Strage in mare, spunta l'ipotesi collisione
Arrestati due scafisti della tragedia. A riconoscerli i sopravvissuti al naufragio: sono un tunisino e un siriano. Si parla di “scontro” col mercantile portoghese
Sono due gli arrestati per il naufragio di sabato notte nel Canale di Sicilia: si tratta del comandante, un tunisino, e un suo assistente, un siriano, fermati tra i 27 superstiti della tragedia. Il fermo una volta giunti nel porto di Catania, lunedì sera. Le accuse per loro sono di omicidio colposo plurimo, naufragio e favoreggiamento della immigrazione clandestina. Intanto c’è l’ipotesi di una “collisione”.
Tra le cause del naufragio, quindi, potrebbe esserci anche una collisione con il mercantile che era intervenuto per i soccorsi, il King Jacob. È quanto hanno raccontato dai superstiti ai rappresentanti dell’Unhcr, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati. Lo scafista che era al comando del barcone naufragato, nel cercare di nascondersi e non farsi riconoscere, avrebbe pilotato con poca attenzione l’imbarcazione che sarebbe entrata in collisione con mercantile portoghese che era giunto in zona per prestare i soccorsi.
Intanto dovrebbero essere circa 800 le persone «tra i morti e i dispersi» nel naufragio. A dirlo è Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr: «Abbiamo parlato con molti sopravvissuti e le testimonianze concordano tutte su questo numero». Sul barcone, sempre secondo il racconto dei sopravvissuti, «erano presenti circa 350 eritrei - spiega Sami – ma non hanno saputo dire quanti siriani, somali e bambini di età tra i 10 e i 15». Tra i sopravvissuti, con cui i rappresentanti dell’Unhcr hanno parlato, alcuni sono del Mali, Sierra Leone, Senegal.
Sul fronte delle indagini, il ministro degli Interni Alfano spiega che «sulla nave, la Polizia ha svolto interrogatori e confronti che hanno consentito alla Procura della repubblica di Catania di individuare e disporre il fermo dei due scafisti». I superstiti sono tutti uomini e stanno bene. Anche il ricoverato, un 33enne del Bangladesh, che ha un trauma toracico-addominale, ma non è grave. |