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In migliaia in marcia a Mosca per Nemtsov

Venerdì notte l'assassinio all’ombra del Cremlino, con quattro colpi di pistola alla schiena all'oppositore di Vladimir Putin. L'omicidio ripreso dalle telecamere

In migliaia si sono diretti verso Mosca, domenica, per la grande manifestazione contro l’ingerenza russa in Ucraina e il sostegno di Mosca ai separatisti filorussi nell’Est del Paese. E invece, l’evento si è trasformato in una specie di commemorazione funebre per Boris Nemtsov, oppositore del governo di Vladimir Putin, brutalmente venerdì notte a due passi dal Cremlino.

Un omicidio che non può definirsi a sfondo politico. Nemtsov è stato colpito all’ombra del Cremlino, con quattro colpi di pistola alla schiena, venerdì notte. Lo storico esponente liberale russo e oppositore irriducibile di Vladimir Putin è morto sul colpo, a pochi passi dalla cittadella del potere di Mosca. Nemtsov, 55 anni, ex vicepremier nella stagione della presidenza Ieltsin, è stato ucciso sul ponte Zamoskvoretskiy, di fronte alla basilica di San Basilio e a pochi passi dalla piazza Rossa. A centrarlo alla spalle, secondo il ministero dell’Interno, uno o più killer che erano a bordo di un’automobile bianca.

Già nella giornata di sabato, il ponte a ridosso della Piazza Rossa si era trasformato in una meta per migliaia di persone, che hanno portato fiori e acceso candele nel punto in cui l’uomo è stato ucciso. Intanto, secondo un presunto testimone, intervistato dalla tv filogovernativa LifeNews, il killer avrebbe agito da solo quando ha colpito Nemtsov alla spalle. Con l’uomo c’era la sua fidanzata, la modella ucraina Anna Duritskaia. E dopo gli spari il kiler sarebbe salito di corsa su un’auto bianca parcheggiata in seconda fila. La versione del giovane sembra confermata da un video pubblicato online da TvTse.

Il presidente Putin ha condannato il delitto come «un crudele assassinio», ma ha parlato anche di «provocazione», annunciando una immediata consultazione con i vertici della sicurezza e il suo «diretto controllo» sulle indagini. A diffondere fra i primi la notizia è stato Iuri Barmin, compagno di lotte politiche di Nemtsov. Nemtsov aveva ricevuto delle minacce sui social network per diversi mesi prima di essere ucciso venerdì sera a Mosca. Lo ha rivelato Olga Varkhina, assistente di Nemtsov, all’agenzia di stampa Itar Tass, precisando che, a seguito di un episodio del genere, era stata avvertita anche la polizia. Il primo marzo Nemtsov avrebbe partecipato ad una manifestazione dal titolo simbolico «primavera» organizzata contro il Presidente russo. La Casa Bianca ha condannato «il brutale assassinio» di Nemtsov e ha chiesto, con un tweet, di portare avanti indagini trasparenti e imparziali per assicurare i responsabili alla giustizia.

01-03-2015

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