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Charlie Hebdo, assalto alle edicole in Francia

Tiratura da 5 milioni di copie. Martedì, fermato un sospetto jihadista in Bulgaria. «Caccia continua» ha detto il premier Valls. Scuole ebraiche sempre presidiate

 Ancora sei i terroristi ricercati in Francia
 per la stragi della settimana scorsa. E'
 per questo che il primo ministro france-
 se
Valls ricorda che il caso non è chiuso
 e «la caccia continua». Intanto Charlie
 Hebdo torna in edicola con una tiratura
 di cinque milioni di copie che è andata
 presto esaurita.

E' stato quindi un vero e proprio assalto alle edicole quello che si è visto in Francia, sin dall'alba per accaparrarsi la propria copia di Charlie Hebdo. Il giornale ha in copertina Maometto, che versa un lacrima e mostra un cartello con la scritta «Je suis Charlie», mentre sulla sua testa campeggia la frase «Tout est pardonnè» (è tutto perdonato). L’anticipazione era stata diffusa martedì via Twitter da Liberàtion, il giornale che ha dato asilo ai giornalisti del magazine.

A Parigi resta altissimo l’allarme terrorismo. Parlando ai microfoni di Rmc e a Bfm-tv, il primo ministro ha ribadito tutto il suo «orgoglio di essere francese» provato ieri durante la marcia contro il terrore. Ma, ha sottolineato, «bisogna rimanere in guardia, perché sappiamo che le minacce sono sempre presenti». Valls ha detto di voler migliorare il sistema di intercettazioni telefoniche, che deve essere «più efficace». Il piano antiterrorismo Vigipirate resta attivato al suo massimo grado di allerta.
Sono quindi almeno sei persone i ricercati in tutta la Francia (e non solo). Inizialmente i sospetti erano ricaduti su Hayat Boumeddiene, che però si è poi accertato aver lasciato la Francia una settimana prima, il 2 ed essere dall'8 in Siria. Secondo indiscrezioni rilanciate dai media transalpini, il complice ricercato si sposterebbe con una automobile Mini Cooper intestata alla moglie di Coulibaly.

Martedì, in mattinata, la notizia che un uomo è stato in Bulgaria: si chiama Fritz-Joly Joachin. Nei suoi confronti la Francia aveva spiccato un mandato di arresto europeo. L’accusa: «Partecipazione a un gruppo criminale armato il cui obiettivo era l’organizzazione di atti terroristi», spiegano dalla Bulgaria. «Prima della sua partenza per la Turchia, il 30 dicembre, l’uomo è stato più volte in contatto con uno dei due fratelli Kouachi, Chérif», è scritto ancora nel mandato di cattura. Joachin, 29 anni, di origine haitiana, è stato fermato con suo figlio il primo gennaio mentre cercava di attraversare il confine bulgaro-turco a bordo di un bus.
La procura di Haskovo ha fatto sapere che il mandato di arresto europeo è stato inizialmente spiccato da un tribunale francese in seguito alla denuncia della moglie di Joachin. La donna lo ha accusato di aver portato via il loro bambino di 3 anni per unirsi ai jihadisti in Siria ed educarlo secondo i principi dell’Islam radicale. Il bambino è stato restituito alla madre. Joachin, invece, ha dichiarato che stava viaggiando con il figlio e la campagna per trascorrere un periodo di vacanza a Istanbul.

Ma quella di martedì è stata anche una giornata di ulteriore dolore: a Parigi, infatti, è stato il presidente François Hollande, nel cortile della Prefettura, a presiedere l’omaggio solenne ai tre poliziotti uccisi nei diversi attentati. Al suo fianco il premier Valls e il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve. «Clarissa, Franck, Ahmed, sono morti perché noi potessimo continuare a vivere liberi - scandisce il capo dell'Eliseo -. Se oggi la Francia è in piedi, è perché sono caduti dei poliziotti». Per la prima volta la cerimonia viene diffusa all’esterno della Prefettura su schermi giganti. Molto sentito è l’addio ad Ahmed Merabet, il poliziotto assassinato mercoledì scorso sul marciapiede davanti al palazzo con l'eccidio nella redazione di Charlie Hebdo. L’agente sarà sepolto nel cimitero musulmano di Bobigny, nella banlieue più calda di Parigi. Merabet, il cui video atroce che ne mostra l’uccisione quando era già a terra ha scioccato la Francia, avrebbe compiuto 41 anni il mese prossimo.

Dolore anche a Gerusalemme però, nel cimitero di Har ha Manuhot, dove si sono tenuti i funerali delle quattro vittime del supermercato kosher di Parigi. «Credo che nel profondo dei loro cuori gli ebrei sappiano che Israele è la loro patria storica che li accoglierà a braccia aperte», ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Le vittime, ha aggiunto, «sono state assassinate solamente per il fatto di essere ebrei», in «un attacco di odio compiuto da un disprezzabile assassino».

14-01-2015

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