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Cav e la Giunta, tensione ma il voto slitta

Napolitano: unità o si rischia. Alfano: pur di eliminarlo, mettono in ginocchio il Paese. Il Pd: il condannato è lui. Letta vede i ministri Pdl: andare avanti si può

 Niente di fatto al termine di una giornata al
 cardiopalma. Slitta infatti il voto sulla deca-
 denza di Silvio Berlusconi in Giunta. Raggiun-
 ta una faticosa intesa che alla fine ha mes-
 so d’accordo Pd e Pdl. L’accordo prevedreb-
 be che le tre questioni pregiudiziali presen-
 tate lunedì diventino «solo» questioni preli-
 minari.

Stando a fonti di stampa, quindi, la Giunta, approvata la proposta, ha provveduto a procedere con la tempistica prevista dall’articolo 10 del regolamento del Senato cioè un intervento di 20 minuti a commissario. Quindi è saltata l’attuazione dell’articolo 93 che disciplina le questioni pregiudiziali e che prevede un intervento a gruppo parlamentare per un massimo di 10 minuti. Se i temi venissero derubricati come preliminari, sarebbe poi possibile procedere con la proposta del relatore vera e propria.

In giornata Enrico Letta ha incontrato a Palazzo Chigi il vicepremier Angelino Alfano e gli altri ministri del Pdl. Secondo i bene informati il presidente del Consiglio sarebbe uscito dal colloquio ancora persuaso del fatto che ci siano le condizioni perché il governo vada avanti. La parola d’ordine è «andare avanti si può». Ma c’è stato anche l’annullamento da parte di Berlusconi della riunione dei gruppi parlamentari. Questi due fattori sono stati visti come elementi distensivi che alla fine hanno portato allo slittamento del voto in Giunta.

Ma la giornata, come detto, è stata al cardiopalma. Mentre il Pd insisteva infatti per la linea dura («Mi pare che su questo abbia le idee assolutamente chiare e sia assolutamente unito: lo stato di diritto viene prima di qualsiasi cosa», ha puntualizzato il ministro per il Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, a cui hanno fatto eco le parole del segretario Pd Guglielmo Epifani secondo il quale una crisi di governo darebbe frutto «dell’irresponsabilità» del Pdl), proprio dal Pdl arrivano tuoni di guerra. Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, in un'intervista ad Uno Mattina, su Rai Uno, diceva poi con chiarezza: «Se il Partito democratico assieme ai grillini decide, già questa sera, di votare contro le pregiudiziali del relatore Augello, il Partito democratico fa decadere il governo Letta, molto semplicemente. Non fa decadere il senatore Berlusconi, perché rompe la maggioranza. L'applicazione della legge Severino non è il quarto grado di giudizio, è semplicemente la prima applicazione a un parlamentare di una legge approvata otto o nove mesi fa. Ma vogliamo riflettere su questo? Vogliamo che la legge sia uguale per tutti, anche per il senatore Berlusconi».
A rincarare la dose ci pensava quindi Angelino Alfano: «Siamo esterrefatti per il comportamento del Partito Democratico, lunedì, in giunta. Pur di eliminare per via giudiziaria lo storico nemico politico, preferiscono mettere in ginocchio il Paese». Intanto il senatore Lucio Malan dopo un incontro con i membri pidiellini della giunta a palazzo Madama ha dichiarato: «Questa sera presenterò in giunta la quarta pregiudiziale del Pdl». Altre tre pregiudiziali erano state respinte lunedì dalla maggioranza della giunta.
In serata, mentre Letta incontrava i ministri del Popolo della libertà, da Barletta, il presidente della Repubblica ricordava che «se noi non teniamo fermi e consolidiamo questi pilastri della nostra convivenza nazionale tutto è a rischio, tutto può essere a rischio».

10-09-2013

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