Matrimoni gay, arriva l'alt del Tar ai prefetti
Sì al ricorso di alcune coppie al Tribunale amministrativo del Lazio: per i giudici, quelle nozze non vanno trascritte, ma solo il Tribunale civile può cancellarle
Solo il Tribunale civile può decidere l’annullamento delle trascrizioni di nozze gay celebrate all’estero. Lo ha deciso il Tar del Lazio che accolto il ricorso di alcune coppie contro l’annullamento disposto dal prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, su indicazione del ministro Angelino Alfano, della trascrizione del loro matrimonio contratto all’estero nel registro dell’Unioni Civili del Comune di Roma.
Secondo la prima sezione del Tar, il ministero e le prefetture non possono annullare le trascrizioni dunque. L’udienza si era svolta il 12 febbraio e in quell’occasione i giudici amministrativi non avevano deliberato la sospensiva degli atti del prefetto perché ritenevano che non ci fossero i requisiti dell’urgenza. Nel decidere tali controversie, «il giudice amministrativo ha eseguito una ricognizione della normativa comunitaria e nazionale e della giurisprudenza costituzionale e di legittimità, giungendo ad affermare che: l’attuale disciplina nazionale non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e, conseguentemente, matrimoni del genere non sono trascrivibili nei registri dello stato civile; tuttavia, l’annullamento di trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero, può essere disposto solo dall’Autorità giudiziaria ordinaria; il ministero dell’interno e le prefetture, quindi, non hanno il potere di intervenire direttamente, annullando le trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero».
Il caso era iniziato l’ottobre scorso, quando 16 coppie gay avevano trascritto in Campidoglio nel registro dell’anagrafe le nozze contratte all’estero, alla presenza del sindaco Ignazio Marino. Immediato l’intervento del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che aveva invitato i prefetti di tutti i Comuni che stavano procedendo in tal senso ad annullare le trascrizioni. Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, dopo aver intimato a Marino di annullare gli atti, aveva proceduto tramite un’ordinanza. Da qui il ricorso di alcune coppie. |