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Jobs Act, minoranza dem all'attacco di Renzi

Fassina: «Schiaffo a parlamentari Pd». Critiche anche dalla Boldrini: «Forse sarebbe stato opportuno tener conto dei pareri non favorevoli da parte delle Commissioni»

Minoranza del Partito democratico all’attacco del governo e del premier Matteo Renzi all’indomani dell’ok al Jobs Act. Il più duro è Stefano Fassina: «Schiaffo a parlamentari Pd». Critiche però arrivano anche dalla presidente della Camera Laura Boldrini: «Forse sarebbe stato opportuno tener conto anche dei pareri non favorevoli da parte delle Commissioni».

«Non credo che quella di ieri sia stata giornata storica. Non lo è stata se guardi le cose con gli occhi dei lavoratoti che sentono di aver perso qualcosa, della loro storia e dignità». Così Gianni Cuperlo nel day-after dei via libera in Consigli dei ministri. Quindi rintuzza Fassina: «Le scelte fatte dal Governo sul Jobs act sono una grave frattura e una ferita nei confronti del Parlamento. È stato ignorato il parere unanime delle commissioni su un provvedimento come quello del lavoro. È stato uno schiaffo al gruppo parlamentare del Pd».

Come accennato, a sorpresa interviene anche Boldrini: «Ci sono stati anche dei pareri non favorevoli da parte delle commissioni di Camera e Senato e forse sarebbe stato opportuno tenerli nel dovuto conto». Dalle opposizioni è un coro di no. «È drammatico che un presidente del Consiglio si vanti di aver rottamato l’articolo 18 in un Paese in cui sempre più persone non hanno più stabilità e garanzie nel mondo del lavoro» sottolinea Luigi Di Maio de Movimento 5 Stelle. Per Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia «Renzi ha affermato ieri che grazie all’abolizione dei co.co.pro. 200 mila persone avranno contratti a tempo indeterminato. Sarebbe come abolire le biciclette e sostenere che dal giorno dopo gli ex ciclisti diventeranno tutti proprietari di un’automobile. Purtroppo il rischio è che molti diventino pedoni e solo pochi abbiano la possibilità di avere un’auto».

21-02-2015

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