METEO
BORSA
29/04/2024 08:26
POLITICA
UTILITIES
Oroscopo del Giorno
Mappe
Treni: Orari e Pren.
Alitalia: Orari e Pren.
Meridiana: Orari e Pren.
Airone: Orari e Pren.
Calcolo Codice Fiscale
Calcolo ICI
Calcolo Interessi Legali
Calcolo Interessi di Mora
Verifica Partite IVA
Ricerca C.A.P.
Ricerca Raccomandate
Ricerca Uffici Giudiziari
Gazzetta Ufficiale
Agire

«10 mesi di fallimenti». Letta infastidito

Direzione del Pd, la prima di Matteo Renzi. Scontro sul summit con Berlusconi per la questione della legge elettorale. Intanto Grillo chiede ad entrambi: votiamo ora

 Prima direzione del Partito democratico del
 2014 e prima per il neosegretario Matteo
 Renzi. Una riunione caratterizzata dall’alta
 tensione della vigilia tra il leader e la mino-
 ranza dem che chiedeva di non incontrare
 Berlusconi per la questione delle legge elet-
 torale. Intanto Grillo dice ad entrambi: «La
 legge c’è, votiamo». Letta infastidito.

E nel suo intervento Renzi non risparmia nessuno (forte anche dell’assenza del presidente del Consiglio in sala). «Chi oggi propone: riunitevi attorno a un tavolo e fate un rimpastino, sta drammaticamente perdendo di vista il problema reale. Il nostro obiettivo non è sostituire due ministri renziani con due non renziani, ma creare un sistema istituzionale e politico che duri per i prossimi vent'anni, almeno. Del rimpasto se ne occupi Letta e il rispetto è totale ma su singole iniziative ci facciamo sentire». «Ora ci giochiamo la faccia. In questi mesi abbiamo assistito a una serie di fallimenti, non abbiamo fatto la legge elettorale in 10 mesi, è saltata la revisione costituzionale via art. 138 - ha spiegato il segretario del Pd -. Abbondano ministri e scarseggiano i risultati. Siamo pieni di ministri delle Riforme, seminari interessantissimi, risultati zero o quasi. Ed è un incoraggiamento». «Il governo ha tutto il diritto di andare avanti ma abbia l'intelligenza di proporci non solo correzioni a errori fatti, come sugli insegnanti e sulle slot, ma di indicare obiettivi».

E ancora: «La prospettiva personale non è giocare un giochino tutto interno agli intrighi di Palazzo per andare a votare e prendere il posto di Enrico. Il governo se fa bene si merita un bravo, se no si critica e non c'è un disegno segreto, le critiche non sono per fare le scarpe ma per dare una mano», ha detto poi Renzi, sottolienando che se si affronta senza risultati una campagna elettorale con la tenaglia Grillo-Berlusconi «con elementi demagogici volti a incastrarci sul fatto che le responsabilità delle mancate riforme siano nostro» il Pd è perduto e «non faranno distinzione tra chi ha votato Cuperlo, Renzi o Civati, faranno un pacchetto unico e diranno è colpa vostra, se non c'è consapevolezza questo noi saremo spazzati via».

Un capitolo a parte è dedicato alla polemica sul dialogo con Berlusconi sulla legge elettorale: «La polemica del dialogo con Fi è surreale. È stravagante la polemica di un dialogo con un pregiudicato, come dice D’Attorre, quando con il "de cuius" si è fatto il governo e non ho visto ministri dimettersi quando Berlusconi è stato condannato». «L’obiettivo deve essere una legge elettorale chiara nella quale chi vince governa senza necessità di inventarsi strani giochi, dalle larghe intese alle striminzite intese» ma con «il cittadino che sa che eleggendo Tizio o Caio individua il responsabile delle cose fatte o delle mancanze», ha spiegato il sindaco di Firenze. 

Immediata la replica del premier Enrico Letta: «Sono d'accordo con Renzi sulla necessità di un nuovo inizio dell'azione di governo. Mi sono impegnato in questa direzione e conto di arrivare ad un risultato positivo a Breve. Ovviamente - ha aggiunto il presidente del Consiglio - ho un giudizio diverso sui nove mesi di lavoro, in uno dei tempi più complessi e travagliati della nostra storia recente, che questo governo ha dietro le spalle».

Il nodo quindi con la minoranza Pd resta la legge elettorale. Il portavoce della segreteria dem, Lorenzo Guerin, spiegava prima dell’inizio della Direzione: «Quando abbiamo fatto leggi elettorali a colpi di maggioranza i risultati sono stati negativi, come con il Porcellum. Occorre discutere con tutti». I bersaniani ribadiscono però il no all’incontro con Silvio Berlusconi: «Un conto è confrontarsi con Forza Italia, un contro è riabilitare Silvio Berlusconi, un pregiudicato condannato per frode fiscale – arringa Danilo Leva -. In un nessun altro Paese ci si siederebbe a trattare con un pregiudicato sulle regole che riguardano il sistema di voto dei cittadini». Resta però la volontà di «cercare una intesa prima trovata nella maggioranza per poi, ovviamente, allargare a tutte le altre forze».

Intanto Beppe Grillo, come detto, preme per le elezioni: «La coppia Berlusconi&Renzie, che sembrano sempre di più padre e figlio, vuole, a parole, fortissimamente vuole le elezioni. Ora si può! Vanno accontentati. Infatti anche il M5S vuole le elezioni al più presto». Così il capo politico del MoVimento 5 Stelle sul blog si rivolge al Cavaliere e al sindaco e li invita a unirsi ai suoi nel chiedere di andare al voto subito, con «la legge elettorale proporzionale confezionata dalla Corte Costituzionale, pronta all’uso».

16-01-2014

ARTICOLI CORRELATI
Intesa col Cav, Letta apre. Ma č caos nel Pd
 
 
 
 
 

Copyright 2006 © Cookie Policy e Privacy