Al Congresso Nazionale (ri)nasce Forza Italia
Dopo la girandola di riunioni e il fallimento delle trattative dell’ultima ora, Berlusconi fa risorgere la propria creatura senza i governativi guidati da Alfano
E così, sulle ceneri di quel Popolo delle libertà che è imploso nella serata di venerdì con l’ad- dio definitivo dei governativi guidati da Ange- lino Alfano, nella mattinata di sabato, al Pa- lazzo dei Congressi di Roma, ecco che rina- sce Forza Italia. Un nuovo-rinato partito che nelle intenzioni sarà ancora più ancorato alla sua anima berlusconiana.
Il “Cavaliere Day”, quindi, arriva al’indomani della scissione sancita dal suo (ormai ex) delfino, Angelino Alfano, il quale non solo ha annunciato che non intende aderire alla nuova Forza Italia, che nascono da oggi i nuovi gruppi parlamentari autonomi e che si chiameranno Nuovo Centrodestra. Stando a quanto dice poi Formigoni, al momento sono una sessantina i parlamentari ex Pdl che aderiscono. Nel suo intervento, durato più di un’ora e mezzo e con un dispendio di energie che ha visto salire sul palco (alla fine) il medico personale Zangrillo che ha intimato di bere un bicchiere d’acqua a un Cavaliere stremato, l’ex premier dice: «Siamo rimasti quelli del 1994, abbiamo bisogno di rinforzi perché siamo meno giovani e altri hanno preso un’altra direzione». Berlusconi poi spiega le ragioni del ritorno a Forza Italia in poche parole: «Popolo della libertà non comunicava più alcuna emozione». Ma il nome potrebbe restare per la coalizione «di tutti i moderati e di Forza Italia».
Tuttavia la scissione c’è e si vede: «Va contro l’unione dei moderati, ci sono state delle differenze fra singole persone». Quindi chiarisce: «È molto difficile pensare di restare alleati in Parlamento e seduti allo stesso tavolo in Consiglio dei ministri con qualcuno che vuole uccidere il tuo leader». E quando il Cav pronuncia la parola «Nuovo Centrodestra» («non sono a riuscito a dormire per il dolore che mi ha provocato», dice) dalla sala partono urla e grida: «Traditori!». Ma è lo stesso Berlusconi a smorzare i toni: «Potevi chiamare il nuovo partito Cugini d'Italia, Nuovo Centrodestra non è un grande nome». Però aggiunge ironico: «Perché con il Nuovo centrodestra non dobbiamo scavare un solco che poi sarà difficile da rimuovere. Questo gruppo, anche se adesso apparirà come un sostegno alla sinistra, al Pd, dovrà poi necessariamente far parte della coalizione dei moderati, dobbiamo comportarci con loro come con Lega e Fdi». Berlusconi sa comunque che i numeri per far cadere il governo non ci sono, come ammette lo stesso fondatore di Forza Italia. E in uno scenario ipotetico di alleanza fra Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle aggiunge: «Molti di noi saranno costretti a espatriare e non potranno vivere in Italia».
A fine convegno c’è il tempo per un ulteriore pensiero indirizzato ad Alfano.« Non me l’aspettavo da Angelino, lo consideravo un figlio mio». Il Cavaliere lo dice parlando con alcuni big del partito e confida tutta la sua delusione e amarezza per lo strappo dell’ormai ex segretario Pdl. «Ho fatto la cosa giusta, ho provato a tenere tutti insieme, ma non è stato possibile», avrebbe detto ancora l’ex premier. |