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Gazzetta Ufficiale

Trattativa Stato-mafia, intervenga la Consulta

Il presidente della Repubblica ha sollevato un conflitto d’attribuzione per alcune intercettazioni telefoniche. La replica: «Non violate prerogative costituzionali»

 Il presidente Napolitano investe l’Avvocatura
 Generale dello Stato dell’incarico di rappre-
 sentare la Presidenza della Repubblica nel
 giudizio per conflitto di attribuzione da solle-
 vare dinanzi alla Corte costituzionale nei
 confronti della Procura della Repubblica di
 Palermo per le decisioni sulle intercettazioni
 di conversazioni col capo dello Stato.

La questione è quella relativa alla presunta trattativa tra Stato e mafia. La notizia viene data dal Quirinale stesso, che in una nota precisa che le decisioni della Procura della Repubblica di Palermo sulle intercettazioni di conversazioni telefoniche del Capo dello Stato sono considerate dal Presidente «anche se riferite a intercettazioni indirette, lesive di prerogative attribuitegli dalla Costituzione. Alla determinazione di sollevare il confitto – continua la nota -, il Presidente Napolitano è pervenuto ritenendo “dovere del Presidente della Repubblica”, secondo l’insegnamento di Luigi Einaudi, “evitare si pongano, nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell’occorso, precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinatura le facoltà che la Costituzione gli attribuisce».

Il procuratore della Repubblica Francesco Messineo, riguardo al conflitto d’attribuzione sollevato dal Quirinale, afferma che l’operato della Procura di Palermo nell’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia che avrebbe coinvolto l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino «risponde ai principi del diritto penale e della Costituzione», e nelle intercettazioni «non sono state violate le prerogative costituzionali del capo dello Stato». «Sono sereno - ha continuato il procuratore -. Le intercettazioni sono state occasionali e imprevedibili». Antonio Ingroia, uno dei pm titolari dell’inchiesta, quindi aggiunge: «Nessuna intercettazione è risultata rilevante su chi ha immunità».

16-07-2012

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