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Inferno alle Scuderie del Quirinale

Ideata da Jean Clair, che firma la curatela con Laura Bossi, nell’ambito dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, è anche un omaggio proprio al Sommo Poeta, indagando la mappa mentale e simbolica della prima cantica della Divina Commedia...

Andare all’inferno non sarà mai più così piacevole. Perché la mostra alle Scuderie del Quirinale, in agenda fino al 9 gennaio – ma un’eventuale proroga è ben accetta – è un’esposizione di respiro internazionale, potente, che toglie il fiato allo spettatore per la bellezza che esprime. Ideata da Jean Clair, che firma la curatela con Laura Bossi, nell’ambito dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri (ed è un omaggio proprio al Sommo Poeta, indagando la mappa mentale e simbolica della prima cantica della Divina Commedia e raccontandone la fortuna iconografica nel corso dei secoli) la mostra Inferno a Roma è assai ambiziosa nel raccontare la presenza sia nell’iconografia sia nel pensiero di inferno e dannazione, spaziando dal medioevo ai nostri giorni (e quest’ultima area è particolarmente toccante, prima di congedarsi dallo spazio museale con più di un pensiero ad affollare la mente). “La questione della morte e dell’Aldilà è centrale in tutti i sistemi religiosi, sin dalle origini”, si legge all’ingresso della mostra (inaugurata il 13 ottobre dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella) dove – accompagnati dalla parola dantesca – i visitatori possono attraversare i luoghi terrifici e restare ammaliati dalle visioni strazianti dell’inferno (tema su cui verte, per la prima volta, una rassegna d’arte di tale portata) così come rappresentati da grandi artisti di ogni epoca. Infatti si spazia dalle schematiche scene medievali alle invenzioni rinascimentali e barocche, dalle visioni romantiche fino alle interpretazioni psicoanalitiche del Novecento. Sviscerando tematiche e soggetti distinti, forte di una cronologia trasversale, la mostra alle Scuderie del Quirinale nasce da un progetto ambizioso si dipana attraverso 232 opere, concesse in prestito da oltre ottanta tra musei e collezioni private – dall’Italia come dal Vaticano, ma anche da Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svizzera –, lungo un viaggio “infernale” che conduce il visitatore sempre più nel profondo (l’incipit dell’inferno quale regno di Lucifero, il Giudizio che condanna i dannati a dimorarvi in eterno dopo la morte, la topografia del cono infernale, la natura multiforme del diavolo nonché le tentazioni con le quali flirta e prova a sedurre). Quindi l’approdo alla traslitterazione terrena dell’inferno negli stermini dei conflitti, nell’afflizione della reclusione, nell’occupazione alienante e tossica, nell’oscurità della follia, nell’incubo dello sterminio. Oltrepassato l’apice del Male, l’esposizione trova la sua giusta conclusione mediante l’evocazione del concetto di salvezza, affidata dal Sommo Poeta (che nella sua costruzione dell’Inferno riprende innumerevoli temi e figure degli inferi pagani, sottomettendolo a una rigida architettura) all’ultimo verso della Cantica: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. La mostra Inferno rappresenta un’occasione unica per ammirare una serie di opere di valore storico-artistico fuori dall’ordinario: capolavori come “Voragine Infernale” di Sandro Botticelli, “Porta dell’Inferno” di Auguste Rodin, “Giudizio Finale” di Beato Angelico, “Virgilio e Dante nel IX girone dell’Inferno” di Gustave Doré, “La caduta degli angeli ribelli” di Francesco Bertos, “Le tentazioni di Sant’Antonio Abate” di Jan Brueghel, “Lucifero” di Franz Von Stuck. E si potrebbe continuare all’infinito. Spiegano Clair e Bossi: “Il tema dell’Inferno si è imposto come un’evidenza. Non solo perché rispetto alle altre cantiche è senza dubbio la straordinaria iconografia infernale ad aver maggiormente ispirato gli artisti, con un duraturo impatto sulla cultura visiva europea; ma anche per la sua attualità, in un mondo in cui la distruzione della natura, la crisi sociale e culturale ci inducono a riflettere sul destino dell’umanità e sulle cose ultime”. Così, da quello che dovrebbe essere – perlomeno quando si varca l’ingresso della mostra – un cammino nelle inquietudini e nell’orrore, emergono (a conclusione della visita) la meraviglia e lo stupore. Anche perché, riprendendo le parole di Virgilio (Eneide VI, 126-129), “scendere agli Inferi è facile: la porta di Dite è aperta notte e giorno; ma risalire i gradini e tornare a vedere il cielo, qui sta il difficile, qui la vera fatica”.

Inferno
Scuderie del Quirinale
Via Ventiquattro Maggio 16, Roma

Orari:
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00. Il 24 e il 31 dicembre dalle 10.00 alle 15.00, il 25 dicembre e il 1° gennaio dalle 16.00 alle 20.00
(la biglietteria chiude un’ora prima; nei fine settimana e nei festivi è obbligatoria la prenotazione)

Biglietti: Euro 15 intero, Euro 13 ridotto
Info e prenotazioni: 02 92897722
www.scuderiequirinale.it
M. C.
09-12-2021


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