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Stato di emergenza, l’ipotesi del 31 ottobre

Si attende il decreto che proroga le misure dopo il 31 luglio. Stretta su discoteche e voli. Al vaglio anche l’isolamento coatto e i tamponi obbligatori dai Paesi a rischio

Il governo pronto a varare misure per contrastare la pandemia in vista del Dpcm (Decreto del presidente del consiglio) di martedì. In particolare, tra le opzioni per la proroga dello stato di emergenza, spunta anche la data del 31 ottobre (anziché il 31 dicembre).

Sarà il ministro alla Salute Roberto Speranza a illustrare le novità in materia di restrizione anti coronavirus, oltre alla riconferma fino al 31 luglio di alcuni provvedimenti già in vigore. Le mascherine continueranno ad essere obbligatorie nei luoghi chiusi in assenza di distanziamento sociale, ma non ci saranno obblighi per i guanti. Pronto poi, dopo le polemiche del fine settimana, un giro di vite, con tanto di multe, contro gli assembramenti, grazie all’intensificazione dei controlli nei luoghi della movida e sulle spiagge. Lente d'ingrandimento su sagre, feste e discoteche. Per queste ultime è probabile che l’apertura, inizialmente prevista per domani, slitti al 31 luglio e sia consentita solo a quelle all’aperto.

Nei cinema, teatri e auditorium ancora posti a sedere preassegnati e distanziati, (ad eccezione dei conviventi) e con un massimo di mille spettatori per spettacoli all’aperto e 200 in luoghi chiusi. Considerata la diffusione di nuovi focolai e il mancato rispetto di alcuni lidi balneari sul distanziamento di ombrelloni e lettini, si monitoreranno maggiormente anche le spiagge. Erogatori di disinfettanti per le mani devono essere installati nei luoghi pubblici, che dovranno continuare ad essere sanificanti frequentemente, mentre negli uffici e nei centri commerciali continueranno ad essere installati i termoscanner per la misurazione della temperatura. Proseguirà anche l’obbligo per i gestori di locali pubblici a schedare le generalità dei clienti e a conservarle per 14 giorni.

Il governo prepara, infine, la proroga del divieto di ingresso per chi proviene da 13 Paesi definiti «a rischio», anche utilizzando i voli con scalo. La black list comprende: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Kuwait, Oman, Bosnia Erzegovina, Macedonia del Nord e Moldova, Brasile, Cile, Panama, Perù e Repubblica Dominicana. Resta invariato l’obbligo di rimanere in isolamento due settimane anche per chi arriva dagli Stati Uniti. Ma al vaglio del governo ci sono anche l’isolamento coatto e non fiduciario e i tamponi obbligatori per chi proviene da Paesi a rischio nonostante non siano inclusi nella black list.
13-07-2020

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