Catania, rapina in villa: confessa la moglie
In un primo momento si era parlato, stando alla versione della donna, di una rapina finita male. Ma messa sotto torchio, la donna è crollata raccontando la verità
Niente rapina in villa ma un vero e proprio omicidio. Sarebbe stata la mogli infatti ad uccidere Alfio Longo nella loro villetta in provincia di Catania. La donna avrebbe raccontato che l’uomo aveva «scatti violenti» e Vincenzina Ingrassia avrebbe ucciso l’uomo, inscenando poi una rapina, perché «stanca di subire».
Da subito, c’erano dei dubbi sulla dinamica della presunta rapina in villa con omicidio commessa a Biancavilla. La confessione della donna è poi arrivata nelle dichiarazioni rese la notte scorsa ai carabinieri di Catania che l’hanno fermata su disposizione della Procura. Il fermo e l’ammissione di colpa da parte della donna sono stati confermati da carabinieri del comando provinciale di Catania: «La notte scorsa a seguito di pressante ed articolato interrogatorio è stata fermata Vincenzina Ingrassia, di 64 anni, che ha confessato l'omicidio del proprio coniuge».
Pare che la donna abbia ucciso colpendo l’uomo con un ceppo in testa perché, avrebbe confessato alla Procura, stanca delle sue violenze. La donna è stata fermata per omicidio. Di sicuro pare ci sia che la sera prima lui l’abbia picchiata al culmine dell’ennesima discussione, e la notte lei l’abbia ucciso nel sonno usando lo stesso ciocco di legno con il quale l’uomo l’aveva percossa.
Nella casa, stando a fonti di stampa, sono stati trovate anche circa venti piante di marijuana: un intero locale, nella mansarda, era allestito per essiccare e conservare la droga. Nella villa c’erano anche delle armi: un fucile calibro 12 e una pistola automatica calibro 9. |