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«Risposte a precarietà, lavoro nero, malavita»

Grido di allarme del Santo Padre che sottolinea: «Il welfare non è un costo ma infrastruttura per lo sviluppo. Mai più diseguaglianze, alternative eque e solidali»

Arriva nel corso dell’udienza alle Acli, davanti a settemila persone, il grido di allarme del Pontefice: «L’estendersi della precarietà, del lavoro nero e del ricatto malavitoso fa sperimentare, soprattutto tra le giovani generazioni, che la mancanza di lavoro toglie dignità, impedisce la pienezza della vita umana e reclama una risposta sollecita e vigorosa».

Davanti agli aclisti provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero per stringersi attorno al Pontefice, Francesco non li ha certo delusi: «Quello che è cambiato nel mondo globale non sono tanto i problemi, quanto la loro dimensione e la loro urgenza. Inedite sono l’ampiezza e la velocità di riproduzione delle disuguaglianze. Ma questo non possiamo permetterlo! Dobbiamo proporre alternative eque e solidali che siano realmente praticabili».

Accolto festosamente come sempre, il Pontefice è entrato nell’Aula Paolo VI per celebrare insieme alle Acli il 70/esimo anniversario della fondazione di quest’ultima. Il Papa si è quindi intrattenuto con i presenti salutandoli, stringendo loro le mani, dispensando sorrisi e benedizioni, baciando e accarezzando i bambini.

23-05-2015


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