Roma, Gianni Alemanno rinviato a giudizio

Secondo l’accusa, con un finto sondaggio elettorale «aiutò la moglie», Isabella Rauti, per fara entrare nel consiglio regionale del 2010. Valore: 30mila euro

L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato rinviato a giudizio: è accusato di un presunto finanziamento illecito ricevuto per le elezioni regionali del 2010 mascherato da un falso sondaggio. Sotto processo, che comincerà il 5 luglio 2016, anche altri sette imputati, mentre Luca Ceriani ha patteggiato un anno di reclusione.

Il processo è stato sollecitato dai pubblici ministero Paolo Ielo e Mario Palazzi (l’inchiesta aveva coinvolto anche Renata Polverini, la cui posizione fu poi archiviata). Secondo l’accusa, fu creato attraverso false fatture della società Accenture, un fondo di 30mila euro che fu destinato alla propaganda per la lista elettorale della Polverini nel 2010. Fu la stessa Accenture a scoprire il giro di false fatture e a denunciare l’accaduto alla Procura della Repubblica di Roma. Con Alemanno, quindi, a processo (che si svolgerà davanti al giudice monocratico Mucari) vanno anche Giuseppe Verardi, Fabio Ulissi, Angelo Italiano, Sharon Di Nepi, Francesco Gadaleta, Roberto Sciortino e Massimo Alfonsi è del Gup Flavia Costantini.

«Io non ho mai sollecitato o ricevuto un finanziamento illecito, questa è una vicenda marginale di cui non potevo verificare gli adempimenti di legge, perché non riguardava una mia campagna elettorale - ha scritto in una nota Gianni Alemanno -. Per orientamento della Cassazione i rinvii a giudizio non entrano più nel merito delle accuse - conclude - Sarà il giudice monocratico a certificare la mia totale innocenza».