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Agire

«Stasi ha ucciso Chiara perché la riteneva pericolosa»

Depositate le motivazioni della sentenza sul caso Garlasco: per i giudici la ragazza era diventata una presenza scomoda per la sua reputazione, tanto da eliminarla

«Alberto Stasi ha ucciso, perché Chiara era pericolosa». Lo scrivono i giudici del processo bis davanti alla Corte d’Appello di Milano nella sentenza di condanna in cui si mette in chiaro che la «sola vittima» della vicenda di Garlasco è appunto «Chiara Poggi, uccisa a 25 anni dall’uomo di cui si fidava e a cui voleva bene, che l'ha fatta definitivamente 'scomparire' in fondo alle scale».

Prima della condanna a 16 anni, Stasi era stato assolto per due volte: primo grado e appello. Ma la Cassazione aveva annullato tutto, motivo per cui  si era celebrato un nuovo appello. Ma secondo i giudici, Chiara era diventata una presenza pericolosa e scomoda nella vita di Alberto Stasi, tanto che andava tolta di mezzo. E il riferimento alla “sola vittima” è una replica indiretta alla difesa del bocconiano, dicendo che l’imputato Stasi è stato descritto «come la vittima di un caso giudiziario che lo ha costretto per oltre sette anni a doversi difendere, e anche lui, nelle dichiarazioni spontanee rese all'udienza del 17 dicembre, ha parlato di sé in tali termini, sostenendo un vero e proprio accanimento nei suoi confronti».

E ancora: «Dopo aver commesso il delitto l’imputato è riuscito con abilità e freddezza a riprendere in mano la situazione e a fronteggiarla abilmente, facendo le sole cose che potesse fare, quelle di tutti i giorni: ha acceso il computer, visionato immagini e filmati porno, ha scritto la tesi, come se nulla fosse accaduto».

16-03-2015


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