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JOHNNY DEPP E IL BAFFUTO “MORTDECAI”

Ultimo dei personaggi interpretati dal fascinoso attore hollywoodiano, il film, omonimo, farà capolino nelle sale italiane da giovedì 19 febbraio

Che Johnny Depp fosse ormai avvezzo a personaggi bizzarri e macchiettistici è certamente cosa ben nota. Ma non tutti nel tempo hanno saputo indirizzare questa infinita duttilità né dirigere a dovere il suo, almeno un tempo, indiscusso talento. È il caso questo di David Koepp. Sebbene i due avessero già collaborato sul set di “Secret Window” nel 2004, l’affiatamento e l’intesa tra attore e regista probabilmente qualche scossone lo devono aver subito. Un rapporto destinato a naufragare rovinosamente, così come quello con gli altri attori presenti sulla scena.

Nonostante infatti un seppur discreto cast, composto da nomi del calibro di Gwyneth Paltrow, Ewan McGregor e Paul Bettany, il film, o meglio la sceneggiatura dello stesso, nonché la scrittura e di conseguenza la corposità dei singoli personaggi, sembrerebbe lasciare piuttosto a desiderare. E tutto ciò che ne resta è una trama priva di sostanza, mordente o interesse alcuno, colossale e mortificante ingiustizia cinematografica nei confronti del suo stesso principio ispiratore.
Tratto infatti dalla popolare trilogia “Don’t Point That Thing at Me”, “Something Nasty in the Woodshed” e “After You without the Pistol” di Kyril Bonfiglioli, il film tenta a suo modo di proporre sul grande schermo, e dunque ad un pubblico ben più vasto, la figura del “leggendario” Mortdecai.

Carismatico e assai poco coraggioso antieroe, l’uomo, dal fascino e dallo stile inconfondibilmente “british” è, o almeno millanta di essere, un commerciante d’arte. Ma dedicatosi negli anni più alla truffa che agli onesti affari, non è  ormai molto ben visto né dalle forze dell’ordine né dai suoi spesso altrettanto discutibili soci, scontenti che il suo istinto truffaldino vada sempre a rimpinguare nient’altro che le proprie tasche.
Tasche però ormai vuote, e che lo costringeranno a scendere a patti con il diavolo. O per l’esattezza con l’agente Alistair Martland (Ewan McGregor) alla ricerca di un preziosissimo e inestimabile Goya scomparso. Un quadro avvolto nel mistero, che porterà ognuno a dubitare del prossimo, in una rincorsa dall’infinito “J'Accuse”. Una gara tra guardie e ladri dove come in un inutilmente contorto gioco delle parti nessuno è più sicuro del ruolo interpretato, né di quello altrui, e neanche forse del proprio.
Una confusione tale da rendere probabilmente incomprensibile e dunque ingovernabile anche al più avvezzo degli attori un personaggio tra le righe come Mordecai. Simpatico, goliardico, bizzarro, ma al cui cospetto anche la peggior – seppur ve ne fosse una – interpretazione di burtoniana memoria…gli farebbe un cosiddetto “baffo”.
Noemi Euticchio
19-02-2015


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