«Vicino a Giglio anche per motivi commerciali»
Così l'ex comandante Schettino, nel corso del processo per il disastro della Concordia del 2012 al Giglio. «Con quella navigazione presi tre piccioni con una fava»
«L'avvicinamento all'isola favorisce l’aspet- to commerciale» anche per questo venne deciso di accostare la Concordia all’isola del Giglio. È così che l’ex comandante del- la Concordia, Francesco Schettino, raccon- ta la sua verità ai giudici del tribunale di Grosseto, sul naufragio della Costa Concor- dia del 13 gennaio 2012 all’isola del Giglio.
Interrogato dal pm Alessandro Leopizzi, che ha aperto l’esame dell’imputato partendo da come venne deciso e gestito l’avvicinamento al Giglio deviando dalla rotta formalmente comunicata alla compagnia, Schettino racconta poi che «nelle varie probabilità la navigazione sotto costa si è sempre effettuata» e «il comandante della nave ha la facoltà di tracciare la rotta ma non ha nessun obbligo di informare l’armatore». «In questo caso - ha continuato Schettino - non essendo pianificata la navigazione turistica», come potrebbe essere in un golfo magari prevedendo anche una sosta, «ma trattandosi di un'accostata, non ho avvisato nessuno».
«Non l’ho fatto per fare un favore alla Cemortan», continua Schettino, rispondendo ad un’altra domanda sul motivo dell’avvicinamento al Giglio, e se quest’ultimo fosse per fare colpo sulla hostess e ballerina moldava Domnica Cemortan. Schettino ha confermato che al momento dell'impatto la moldava era in plancia di comando insieme al maître Tievoli - a cui Schettino invece volle fare il favore della manovra sotto l’isola -, a Ciro Onorato e altri. In generale, secondo Schettino, nelle crociere può capitare che gruppi di passeggeri siano ospitati in plancia di comando per osservare la navigazione e le operazioni di governo della nave. |