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Caso Cucchi, gelo tra Ilaria e la Procura

Così Grasso sul caso Cucchi. Scontro tra la famiglia e Pignatone: «Procura pronta a riaprire il caso». E difende i pm. La replica: «Allora abbiamo perso tempo»

 Sembrava una schiarita, ma così non è.
 Lunedì, l’incontro tra la sorella di Stefano
 Cucchi, Ilaria, e il procuratore capo di Ro-
 ma, Giuseppe Pignatone, aveva infatti fat-
 to pensare al meglio: «Procura pronta a
 riaprire il caso». Ma quando il Procuratore
 difende i pm, la replica della famiglia Cuc-
 chi non si fa attendere: «Perso tempo».

In mattinata Pignatone si era quindi detto disponibile a riaprire le indagini sulla morte di Stefano, in presenza di elementi nuovi, all’indomani della decisione con la quale la Corte di Assise d’Appello ha assolto tre agenti di polizia penitenziaria e i medici dell'ospedale Sandro Pertini di Roma. Al Procuratore capo la famiglia Cucchi ha mostrato le gigantografie che ritraggono Stefano deceduto dopo 6 giorni di ricovero al Pertini in conseguenza del pestaggio subito in una cella di sicurezza del Tribunale di Roma. Nel mirino della famiglia ci sono quindi anche i carabinieri che arrestarono il geometra, non solo i medici che lo visitarono al Fatebenefratelli e a Regina Coeli.

E in un primo momento Ilaria Cucchi era soddisfatta, salvo poi ricredersi e in una nota denuncia: «Oggi il dottor Pignatone, Procuratore capo della Repubblica di Roma ha ricevuto me ed miei genitori e ci ha garantito che avrebbe studiato tutto il fascicolo senza pregiudizi. Non sono passate nemmeno due ore e il procuratore capo della repubblica di Roma, dottor Pignatone, ha già capito che i pm Barba e Loi hanno fatto un ottimo lavoro. I casi sono due: o il dottor Pignatone è riuscito in nemmeno due ore a studiare alla perfezione tutto il fascicolo relativo alla morte di Stefano Cucchi, oppure forse oggi abbiamo perso tutti del tempo».

Intanto il Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) ha depositato a Roma una querela nei confronti di Ilaria Cucchi. A renderlo noto è Donato Capece, segretario generale del sindacato, sostenendo che «l’insieme delle dichiarazioni diffuse da Ilaria Cucchi pare, con ogni evidenza, voler istigare all'odio e al sospetto nei confronti dell'intera categoria di soggetti operanti nell'ambito del comparto sicurezza, con particolare riferimento a chi, per espressa attribuzione di legge, si occupa della custodia di soggetti in stato di arresto o detenzione. Questo non lo possiamo accettare. Abbiamo deciso di adire le vie legali nei confronti della signora Cucchi a difesa dell’onore e del decoro della polizia penitenziaria».

Martedì, in mattinata, il presidente del Senato, Piero Grasso, parlando del caso, dichiara: «Vorrei fare un appello. Ci sono dei rappresentanti delle Istituzioni che sono certamente coinvolti in questo caso. Quindi, chi sa parli. Che si abbia il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, perché lo Stato non può sopportare una violenza impunita di questo tipo». «Intanto - ha aggiunto Grasso - è doverosa e giusta la solidarietà alla famiglia della vittima di violenza. Devo dire che la violenza non può far parte della dignità di uno Stato civile, soprattutto quando viene da rappresentanti delle istituzioni». «Noi speriamo di continuare a cercare la verità - ha concluso - nonostante ci siano state delle sentenze che non hanno saputo o potuto trovarla. Pensiamo che bisogna continuare su questa strada dando la massima solidarietà ai famigliari delle vittime».

04-11-2014

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