Renzi (spalleggiato da Cameron) attacca l'Ue
Alta tensione al Consiglio Europeo. «Anche De Gasperi sarebbe euroscettico con questa burocrazia». Si va verso accordo su aggiustamento dello 0,30% del deficit
«Faremo il ricalcolo del Pil sul contributo all'Unione europea. Ci sarà una riunione tecnica dei mnistri competenti. E' una re- gola che fa parte della tecnocrazia e della burocrazia. Ci sono riunioni in cui perfino a De Gasperi e Adenauer diventerebbero euroscettici». Così Renzi a Bruxelles, dove nasce l'asse Roma-Londra.
Renzi ha definito tosta e accesa la discussione sulla politica economica («anche se abbiamo raggiunto un buon accordo») perché si inquadra in un contesto difficile. Il presidente del Consiglio ha poi concluso dicendo che le riforme in Italia, economiche e costituzionali sono necessarie. Riforme interne, ha detto il premier, che servono al notro Paese «per presentarsi con autorevolezza in Europa». La battaglia tra Roma e l'Ue sui conti pubblici italiani starebbe, pare, per concludersi con un compromesso: Bruxelles concede all'Italia un aggiustamento pari allo 0,30% del deficit strutturale rispetto allo sforamento dello 0,50% denunciato nella lettera ricevuta dal commissario Jyrki Katainen. Un'indicazione che Renzi non ha commentato direttamente.
Come accennato, poi, a Bruxelles il premier britannico David Cameron ha sposato la linea di Matteo Renzi ed esprime «profonde frustrazioni e un bel po’ di rabbia per il modo in cui siamo stati trattati». Si parla della richiesta di 2,1 miliardi per il budget Ue, considerata «assolutamente inaccettabile». Anche il presidente del Consiglio italiano si era schierato contro le richieste di risanamento e di lui Cameron ha detto: «È una persona ragionevole, sono d’accordo con lui». Il numero uno di Dowington Street ha opposto quindi un netto rifiuto al pagamento. Il no di Londra e Roma - ma anche dell’Olanda - si inseriscono nella profonda divisione venutasi a creare in seno alla Ue sui contributi aggiuntivi richiesti agli Stati membri. Sul fronte opposto ci sono Angela Merkel e François Hollande che nel ricalcolo si ritroverebbero a recuperare fondi e che di conseguenza hanno difeso con forza le nuove regole sui contributi dei diversi Paesi al budget comunitario. |