Vaticano: Sinodo spaccato. «Paolo VI è beato»

Divorziati e matrimoni gay i nodi da sciogliere nella relazione delle congregazioni generali e dei circoli minori. Per Montini, a San Pietro, c'era anche Ratzinger

 È stata approvata la Relatio Synodi dei
 vescovi. Su 62 punti del documento, pre-
 parati nelle congregazioni generali e nei
 circoli minori, ben 59 sono stati approvati
 con la maggioranza dei due terzi. I punti
 controversi: comunione ai divorziati ri-
 sposati e delle unioni omosessuali. A S.
 Pietro, poi, Paolo Vi diventa beato.

Relazione finale pubblicata per espressa volontà di Papa Francesco. Quei tre punti controversi, quindi, «non hanno raggiunto la maggioranza qualificata» ma solo «una maggioranza semplice». Così padre Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, specificando che è mancato il «consenso» largo e restano quindi questioni «aperte». La relazione finale sui lavori del Sinodo dei vescovi sulla famiglia è stata resa pubblica con una tabella finale che, punto per punto, indica il numero dei voti, a favore o contro. Ed ecco le questioni più controverse.
Tra i no, all capitolo 55, quello sulle unioni gay. I Padri sinodali hanno espresso 62 «non placet» sulla «attenzione pastorale verso le persone con orientamento omosessuale». I «placet» invece, cioè i «sì» sono stati 118. «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia», si legge nel documento finale. «Gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza», puntualizza tuttavia il documento». 
Altro no anche al punto 52 del documento, all’invito all’approfondimento sull’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati. La questione ha avuto 74 «non placet», contro 104 voti positivi. No anche all’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati al punto 53: in questo caso si chiede di approfondire se optare per la comunione spirituale o per quella sacramentale. Voti a favore: 112. Contrari: 64.

Domenica, poi, in San Pietro, Papa Paolo VI è stato proclamato beato. Dopo la rituale «domanda» di beatificazione formulata dal vescovo di Brescia mons. Luciano Monari, infatti, e dopo la biografia di Paolo VI letta dal postulatore della causa, padre Antonio Marrazzo, papa Francesco ha pronunciato la formula ufficiale, in latino: «Noi, accogliendo il desiderio del Nostro Fratello Luciano Monari, Vescovo di Brescia, di molti altri Fratelli nell’Episcopato e di molti fedeli, dopo aver avuto il parere della Congregazione delle Cause dei Santi, con la Nostra Autorità Apostolica concediamo che il Venerabile Servo di Dio Paolo VI, papa, d'ora in poi sia chiamato Beato e che si possa celebrare la sua festa, nei luoghi e secondo le regole stabilite dal diritto, ogni anno il 26 settembre. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Un grande applauso della folla ha accolto la formula della beatificazione. La festa del nuovo beato sarà il 26 settembre di ogni anno, data di nascita di Giovanni Battista Montini.

In piazza San Pietro era presente anche il Papa Emerito Joseph Ratzinger: accolto da un lungo applauso, è uscito sul sagrato di San Pietro con i paramenti bianchi, accompagnato dal segretario monsignor Georg Gaenswein. Prima della beatificazione Papa Francesco lo ha voluto abbracciare, davanti al sagrato della basilica a suggello di un'altra giornata storica per la Chiesa: la beatificazione di Paolo VI in coincidenza con la chiusura spirituale del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia, che ieri ha visto la votazione a maggioranza dei punti più controversi, dalle unioni omosessuali al sacramento della comunione per i divorziati cattolici risposati civilmente, posti all'esame dei padri sinodali.