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Gazzetta Ufficiale

Pil tedesco in frenata: -0,2%. Francia ferma

La Germania della Merkel in difficoltà, Parigi resta al palo. Ma è stallo crescita in tutta l’Eurozona. L’Eliseo chiede a Bruxelles di «allentare stretta sui conti»

La crisi fa arrancare anche le economie più
 solide d’Europa. E se l’Italia continua a re-
 gistrare il segno meno nel pil, anche la lo-
 comotiva tedesca non traina più e la Fran-
 cia registra il secondo trimestre a crescita
 zero. È allarme stagnazione quindi anche a
 Berlino e Parigi. L’Eliseo a Bruxelles: «Al-
 lentare stretta sui conti».

Stando ai dati diffusi giovedì mattina, il Pil tedesco arretra dello 0,2% nel secondo trimestre 2014 rispetto al trimestre precedente. Il dato è peggiore delle attese che indicavano una possibile flessione del -0,1%. La crescita del primo trimestre rispetto all’ultimo del 2013 è stata rivista dal +0,8 al +0,7%. Con il dato di oggi l’economia tedesca arretra per la prima volta dal 2012.

In Francia, invece, il Pil resta invariato nel secondo trimestre 2014 rispetto al trimestre precedente. È così sotto le attese che indicavano una possibile crescita del +0,1%. L’economia francese è di conseguenza ferma per il secondo trimestre consecutivo. Il dato invariato segue la crescita zero già registrata nel primo trimestre dell'anno rispetto all’ultimo trimestre del 2013.

Nel suo complesso, il Pil dell’Eurozona resta invariato nel secondo trimestre 2014, con +0,7% sull'anno. Così la prima stima flash di Eurostat. Nell’Ue-28 cresce dello 0,2%, con +1,2% rispetto al secondo trimestre 2013. Nel primo trimestre era cresciuto dello 0,2% in Ue-18 e dello 0,3% nell'Ue-28. Il Pil italiano a -0,2%. Secondo la stima nel secondo trimestre il Pil della Spagna cresce dello 0,6% dopo lo 0,4% del primo trimestre, segnando 1,2% sull’anno.

Intanto è certo che Parigi non rispetterà l’obiettivo sul deficit 2014, ovvero supererà il 4% del Pil a fronte di un target del 3,8%, ma la spesa pubblica verrà tagliata di 50 miliardi nel periodo 2015-2017. Le politiche europee devono essere fatte in modo da tenere in conto la situazione economica, secondo Parigi. Il ministro dell’Economia Sapin ha quindi rilanciato la proposta che l’Ue adotti una politica monetaria adeguata a «una situazione eccezionale di crescita debole e bassa inflazione nell’intera zona euro», una posizione simile a quella italiana e in contrasto con la rigidità della Germania.

Sempre giovedì, infine, interviene anche la Bce, scrivendo che nell’Eurozona bisogna dare più slancio alle riforme strutturali per promuovere gli investimenti privati e creare posti di lavoro, procedendo però in linea con il Patto di Stabilità e di crescita e senza vanificare i progressi conseguiti nei conti pubblici. «Per quanto riguarda le finanze pubbliche - si legge nell’ultimo bollettino dell’Eurotower - in anni recenti un complessivo risanamento ha contribuito alla riduzione degli squilibri di bilancio. Importanti riforme strutturali hanno potenziato la competitività e la capacità di aggiustamento dei mercati nazionali del lavoro e dei beni e servizi. È ora necessario che questi sforzi acquisiscano slancio per incrementare il potenziale di crescita dell’area Euro. Le riforme strutturali dovrebbero mirare innanzitutto a promuovere gli investimenti privati e la creazione di posti di lavoro».

14-08-2014


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