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Israele: «No tregua». Colpita scuola dell'Onu

Tel Avi spegne le speranze di uno stop alle ostilità. Inchiesta delle Nazioni Unite sui «crimini» dello Stato ebraico; Netanyahu: «Farsa». Riprendono i voli americani

 «Per i prossimi giorni non prevedo né un
 cessate il fuoco né un ritiro dell’esercito
 israeliano di difesa». Così il ministro per le
 Scienze Yaakov Peri, ex responsabile nel
 settore sicurezza, sul sito web di informa-
 zione Walla, spegne le speranze di uno
 stop a breve delle ostilità. Intanto nel 17°
 giorno di scontri, i morti sono 753.

Continua quindi l’offensiva israeliana Gaza, mentre si allontana ancora la possibilità di una tregua. Alle truppe israeliane, spiega Peri, serve più tempo per portare a termine la missione di distruggere i tunnel clandestini di Hamas. «Posso dire con certezza che due o tre giorni non basteranno per finire di distruggere i tunnel», ha poi aggiunto. Intanto nella serata di mercoledì Hamas, per bocca del capo dell’ufficio politico, Khaled Meshaal, aveva invece fatto sperare sul cessate il fuoco, annunciando di essere pronta ad accettare una tregua umanitaria ma solo ed esclusivamente se prima Israele avesse tolto il blocco all’enclave costiera e l’esercito si fosse ritirato.

Intanto l’agenzia dei diritti umani dell’Onu a Ginevra ha approvato un risoluzione per un’indagine su presunti «crimini di guerra» a Gaza. Nel testo vengono condannate le «vaste, sistematiche e flagranti violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali derivanti dall'operazione militare israeliana nei Territori palestinesi occupati dal 13 giugno». Una risoluzione respinta al mittente dal premier Benyamin Netanyahu, che l’ha definita «una parodia». «Si indaghi piuttosto su Hamas - ha incalzato il premier - che ha commesso un doppio crimine di guerra: sparare razzi ai civili israeliani e nascondersi dietro i civili palestinesi».

In giornata, poi, l'artiglieria israeliana ha colpito a Beit Hanun, nel Nord della Striscia di Gaza, una scuola dell'Unrwa (l'agenzia dell'Onu per i profughi) in cui avevano trovato riparo numerosi sfollati. Nella scuola colpita ci sono 16 morti e circa 200 feriti. Lo ha detto ad una stazione radio locale il direttore dell'ospedale di Beit Hanun. La scuola, ha detto un funzionario dell'Unrwa, fungeva da rifugio per abitanti di Beit Hanun costretti ad abbandonare nei giorni scorsi le loro abitazioni, prima dell'ingresso delle forze di terra israeliana. L'ubicazione della scuola, ha aggiunto il funzionario, era nota all'esercito israeliano e pare che l'attacco non sia stato preceduto da avvertimenti.

Da segnalare, infine, che l’agenzia Usa per l’aviazione ha tolto poi il divieto alle compagnie aeree americane a volare verso Israele. L’egiziana Air Sinai, controllata da Egypt Air e l’unica a collegare Egitto e Israele, ha sospeso “sine die” i voli verso Tel Aviv «a causa della situazione pericolosa» in zona, riferiscono fonti aeroportuali al Cairo.

24-07-2014


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