Riforme, in aula al Senato le prime votazioni
Rush finale per i 7.800emendamenti. Renzi: «Un Paese ambizioso costruisce strategie di medio periodo. Tra dieci anni energia, agrofood, export cuore dell'Italia»
«Un Paese ambizioso costruisce strategie di medio periodo. Tra dieci anni energia, agro- food, export saranno il cuore dell'Italia #primavolta». Questo il tweet di Matteo Renzi lunedì mattina, mentre in aula al Se- nato iniziava il rush finale per i 7.800emen- damenti dal ddl Riforme, sui cui la maggio- ranza ostentava comunque sicurezza.
Inizia quindi una settimana decisiva per il governo e la maggioranza, come ha sottolineato lo stesso premier Renzi, il quale si mostra ottimista nonostante la pioggia di emendamenti al testo licenziato dalla commissione Affari costituzionali: «Non credo che questo Paese sia nelle mani di chi vuole fare ostruzionismo. Chi fa ostruzionismo mette un sasso sui binari. Noi con pazienza togliamo il sasso e facciamo ripartire il treno, perché quel treno è l’Italia». Terminati in Aula al Senato appunto gli interventi in discussione generale sul ddl con le riforme di Senato e titolo V della Costituzione (alle repliche dei senatori, Anna Finocchiaro (Pd) e Roberto Calderoli (Lega) è seguita la replica del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi), nel pomeriggio si è passati alle votazioni. Proprio la responsabile delle Riforme metteva le mani avanti: «Non ci preoccupa l’ostruzionismo, se serve rinunceremo alle ferie». Resta però il fatto che «il tempo delle trattative è finito». Nel suo intervento tra i banchi del governo, dove sedevano anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento Ivan Scalfarotto, il ministro della Difesa Pinotti, e il ministro dell’Istruzione Giannini, Boschi ha invitato i parlamentari a non avere paura del cambiamento, a non trincerarsi dietro alibi e ricorda che si tratta di una “chance importante per avere un’Italia forte”. «Noi siamo chiamati a trovare un accordo alto per l’interesse dei cittadini. Questa è la premessa di tutte le altre riforme da quella fiscale a quella delicata della giustizia. Noi abbiamo bisogno di uno Stato più semplice, coraggioso, di un paese più forte. Sono trenta anni che prendiamo a schiaffi» l’occasione di portare a termine le riforme, «che sprechiamo l’occasione di scommettere sul futuro che aspettiamo, come direbbe il poeta, domani per avere nostalgia. Oggi è il tempo delle scelte, il tempo di decidere, ed è nelle vostre mani non solo questa fondamentale riforma, ma forse l’ultima chance di credibilità per la politica tutta e sono sicura che nessuno di voi vorrà sprecarla».
«Sottoponiamo al voto dell’Aula un testo che non è non la rappresentazione macchiettistica fatta in alcuni interventi. Vogliamo una discussione nel merito e non sulla simpatia o antipatia di chi lo ha proposto. Non abbiamo paura di idee altrui. Diceva Pratolini: “Non ha paura della idee chi ne ha” - ha poi aggiunto Boschi -. È stato un privilegio partecipare alla discussione generale, è un percorso difficile ma affascinante quello che stiamo vivendo insieme. Il Governo ha legato in modo indissolubile il proprio cammino a quello delle riforme. Ci potrà essere un tentativo di rallentare questo cambiamento, un ostruzionismo che ci può portare a lavorare una settimana di più e sacrificare un po’ di ferie ma manterremo la promessa di cambiare perché questa urgenza deriva da noi». «Ho sentito alcuni parlare di svolta autoritaria (il riferimento è ai Cinque Stelle, ndr). Questa è una allucinazione e come tutte le allucinazioni non può essere smentita con la forza della ragione. Non c’è niente di autoritario. Parlare di svolta illiberale è una bugia. Fanfani diceva che le bugie in politica non servono. Si può essere d’accordo o meno con queste riforme, si può votarla o no ma parlare di svolta illiberale è una bugia e le bugie in politica non servono». |