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«Compravendita senatori? Non ne sapevo nulla»

A dirlo è l’ex premier Prodi, giunto a Napoli per deporre come teste nel processo per la presunta compravendita che sarebbe stata causa della caduta del suo governo

 «Se fossi stato informato di vicende preci-
 se, a quest’ora sarei ancora presidente del
 Consiglio». Così l’ex premier Romano Pro-
 di, giunto a Napoli per deporre in qualità di
 teste nel processo sulla presunta compra-
 vendita dei senatori che avrebbe causato la
 caduta del suo governo. Nel procedimento
 sono imputati Berlusconi e Lavitola.

Prodi fu ascoltato come persona informata dei fatti già l’8 marzo del 2013 dai magistrati della Procura partenopea nel corso delle indagini preliminari, poco prima della chiusura dell’inchiesta. Il Professore è stato inserito nella lista dei testimoni depositata in occasione dell’apertura del dibattimento dai pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock, Fabrizio Vanorio e Alessandro Milita.

Il Professore avrebbe confermato di non essere all’epoca dei fatti al corrente del tentativo del centrodestra di sottrarre senatori alla maggioranza per far cadere il suo governo, anche se non nasconde che in quel periodo gli erano giunte continuamente «chiacchiere» sulla questione. Tuttavia, dice, non è stato mai informato di cose precise. Prodi ha negato di essere stato mai al corrente dei presunti tentativi di corruzione di senatori era a capo del governo tra il 2006 e il 2008. Quello che gli arrivava era quindi un «chiacchiericcio continuo» sulle presunte trattative, ha detto rispondendo alle domande dei pm Vincenzo Piscitelli e Fabrizio Vanorio.

Prodi ha anche sottolineato di avere avuto contezza della vicenda solo quando, il 12 giugno del 2013, l’ex senatore De Gregorio (che secondo l’accusa sarebbe stato corrotto da Berlusconi per passare nelle file del centro destra) gli inviò una lettera con una richiesta di perdono nella quale l’autore sosteneva di aver tradito il mandato degli elettori, dicendosi offuscato da logiche di danaro e di potere.

16-07-2014

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