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ITALIAN GAYMES: NON SOLO MUSICA AL GAY VILLAGE

Sul tapis-roulant dei diritti mai avuti, nell’anno dello sport, tra un mondiale nelle favelas e l’olimpiade dell’omofobia, anche il Parco del Ninfeo costruisce il suo Stadium...

 Doppio slogan quest’anno per la manife-
 stazione più rainbow dell’estate romana:
 “La parità è il miglior risultato. Chi è se
 stesso ha già vinto”. Tema portante
 della XIII edizione sarà infatti lo sport,
 che tra tradizione e divertimento anime-
 rà buona parte delle serate.
L’appuntamento inaugurale sarà questo giovedì - 19 giugno - in cui la direttrice artistica Vladimir Luxuria e la presentatrice Alessia Marcuzzi alzeranno il sipario su questa edizione 2014. Tanti gli ospiti musicali e non solo che si avvicenderanno sul palco del village, ma che non saranno gli unici protagonisti della rassegna. Al centro della scena, o meglio a pochi passi dall’ingresso, sorgerà infatti un vero e proprio tempio dello sport. Ispirato all’architettura originale delle Olimpiadi dell’Antica Grecia, ma più colorato che mai, il Gay Village Stadium diventerà il vero e proprio fulcro, attorno al quale ruoteranno tutti quei ragazzi, sportivi e non, che vorranno cimentarsi con questi moderni ed eccentrici “giochi senza frontiere”.

Un programma intensissimo che ogni venerdì dal 20 giugno al 12 settembre trasformerà lo spazio in una vera e propria arena olimpica, ma stavolta aperta a tutti, inclusiva e non esclusiva, come invece è stata quest’anno la gelida Sochi 2014. Un’edizione, quella russa, dove proprio i diritti, negati, del popolo LGBTQ sono balzati al centro di ogni cronaca, e la cui fiamma ardeva più nel segno della discriminazione che in quello della sportività. 
A soli quattro mesi di distanza, dunque, ecco l’occasione per riprendersi non solo quel senso di eguaglianza e libertà - ormai definitivamente deceduto in Russia - ma anche e soprattutto la dignità. Quella di poter sfilare a testa alta - come lo scorso 7 giugno è avvenuto per le vie di Roma durante il suo 20° Gay Pride - quanto quella di ridere, divertirsi e gioire proprio in risposta a chi per la comunità omosessuale vorrebbe piuttosto il contrario.
Perché prendersi troppo sul serio a volte fa male, e il Gay Village 2014, quest’anno più che mai, vuole dimostrarlo con tutto se stesso. Ed ecco fiorire una sfilza di iniziative e di giochi a tema, già solo nelle intenzioni tutt’altro che istituzionali.
Dalla “corsa nel condom” alle “oche sul prato” per i Safe Gaymes (11 luglio); dalle “freccette omofobe” - tra i cui bersagli, rivela Vladimir Luxuria in conferenza stampa, ci saranno il simpatico Giovanardi e l’altrettanto divertente Mr. Putin - al “percorso ad ostacoli omofobi” per i Pride Gaymes (27 giugno), per ricordare, divertendosi, temi importanti quali la sicurezza e la protezione sia in ambito sessuale che relazionale. Dal “salto in alto col tubino” al “lancio della borsetta” per i Drag Gaymes (18 luglio); dalle “arti marziali” al “sumo bear” per i Samurai Gaymes (8 agosto), per non escludere nessuna ma proprio nessuna delle tante diversità presenti nello stesso movimento.
Tanti anche gli spunti per prendere e prendersi in giro, tra preconcetti vecchi e nuovi, come avverrà nei Clichè Gaymes (1 agosto), dove il gioco a tema sarà proprio la raccolta della tanto chiacchierata saponetta, in cui i concorrenti, rigorosamente bagnati e legati, dovranno tentare di raccoglierne quante più possibile e dar vita così alla diceria più antica del mondo.

Ma non solo sport, anche se con nuove ed ironiche mise en scène. Saranno infatti molti gli ospiti d’eccezione, a cui peraltro verrà consegnata nientemeno che la targa “Etero friendly”, in perfetta armonia con il clima giocoso che sembra contraddistinguere questa edizione.
Riconfermata per il secondo anno consecutivo, la direttrice artistica Vladimir Luxuria ha portato con sé un programma ancor più ricco, tra presentazioni di libri, eventi teatrali, e rassegne cinematografiche, che dal 19 giugno al 13 settembre, affolleranno le serate del Gay Village 2014.
Un impegno artistico e culturale importante, che sfiora la soglia dei 2 milioni e mezzo di budget. Un peso certamente notevole per sostenerne uno ancor più grande: quello dei diritti, ad oggi ancora invisibili, promessi ma costantemente negati, eppure più che mai necessari, in un Paese (e una città) che forse avrebbe più bisogno di arene davvero aperte a tutti che di gabbie riservate a pochi. Specialmente il sabato sera.
Noemi Euticchio
17-06-2014

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