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Gazzetta Ufficiale

Coperture taglio Irpef, FI e M5S contro Renzi

Attacco al premier. Al centro della questione il dl del governo che secondo i due partiti non avrebbe le coperture. Entrambi però usano un articolo non recentissimo

 «Solo un bluff, mancano le coperture». È
 questo l’affondo del Movimento 5 Stelle e
 di Forza Italia nei confronti del premier
 Matteo Renzi. Al centro della questione c’è
 il disegno legge del governo che secondo i
 due partiti non avrebbe le coperture per i
 tagli già annunciati. Entrambi però usano
 un articolo non recentissimo.

Il Mattinale di Forza Italia, sotto la direzione di Renato Brunetta, scrive che «anche l’Economist (ma si tratta di quello di marzo, ndr) si è accorto che Renzi è solo uno che parla, parla, parla e basta. Lo ha scritto in un articolo: “Il problema più grosso di Renzi è che ha promesso una riforma al mese da qui a giugno: quella sul lavoro, sulla burocrazia e sul sistema fiscale. Ma non ha messo polpa nella scarna proposta per un nuovo contratto di lavoro, o sull'estensione a tutti del sussidio di disoccupazione. Ha parlato invece di un taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale (tasse sul reddito e sconti sociali), di un programma di edilizia scolastica di diversi miliardi come del pagamento dei debiti della PA verso le imprese, stimati in oltre 100 miliardi. Non c'è stato però nessun reale chiarimento su come Renzi intenda trovare queste risorse”». «Il settimanale britannico fa a Renzi le stesse critiche che gli muoviamo noi. Quindi? Il Presidente del Consiglio bluffa. È certificato», conclude la nota.

Contro il premier anche il M5S, che usa lo stesso articolo dell’Economist per tornare all’attacco sul Fiscal compact: «Il M5S abolirà il Fiscal Compact, il pareggio di bilancio in Costituzione e vuole ridiscutere tutti i trattati che ci vincolano all’Europa. I partiti che hanno approvato queste regole sono gli stessi che ora siedono in Parlamento. Il pd non ha alcuna intenzione di rivedere questi vincoli assurdi che distruggeranno il tessuto sociale e imprenditoriale dell'Italia. La prima cosa che ha fatto “Renzie” appena nominato presidente del consiglio con 136 voti di suoi colleghi di partito alla direzione del Pd è stata quella di andare dalla Merkel e assicurarle che l’Italia rispetterà il Fiscal Compact».

21-04-2014


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