Contratti e proroghe, scontro in maggioranza
Dalla commissione Lavoro della Camera ok ad emendamento del Pd che riduce le possibilità di proroga per i contratti a termine. Gli alfaniani attaccano: sarà battaglia
È scontro nel governo sulla questione dei contratti a termine: dalla commissione La- voro della Camera arriva l’ok ad emenda- mento del Pd che riduce le possibilità di proroga per i contratti a termine, sempre nell’arco di 36 mesi. Il periodo di maternità verrà conteggiato nei requisiti per acquisire precedenza sulle assunzioni indeterminate.
Lo scontro in seno alla maggioranza si consuma intorno alla riduzione da otto a cinque delle proroghe dei contratti a termine consentite all’impresa nell’arco di 36 mesi, secondo un emendamento del Pd al decreto legge sul mercato del lavoro approvato in Commissione alla Camera. Si introdurrebbe anche l’obbligo di assunzione a tempo indeterminato per i datori di lavoro che stipulano contratti a termine superando il tetto del 20%. Un altro emendamento al decreto legge Lavoro prevede che le mamme con contratti a tempo determinato potranno conteggiare il periodo di congedo di maternità, ai fini dei requisiti necessari per acquisire il diritto di precedenza, per le assunzioni a tempo indeterminato. La proposta di modifica stabilisce che il congedo di maternità «concorre a determinare il periodo di attività lavorativa utile a conseguire il diritto di precedenza» nel caso di assunzione a tempo indeterminato, da parte dell’azienda. Alle stesse lavoratrici è anche riconosciuto il diritto di precedenza anche nelle assunzioni a tempo determinato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi 12 mesi, «con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei precedenti rapporti a termine». L’emendamento stabilisce anche che il datore di lavoro «è tenuto a informare il lavoratore del diritto di precedenza» attraverso «comunicazione scritta da consegnare al momento dell’assunzione».
Ma gli emendamenti risultano indigesti a parte della maggioranza. In particolare al Nuovo centrodestra, che dopo l’approvazione in Commissione insorge: durante una conferenza alla Camera con Angelino Alfano, il partito annuncia «una dura battaglia» in aula per «ripristinare il testo originario» del decreto legge. A questo fine, il gruppo di Ncd a Montecitorio presenterà emendamenti in assemblea per tornare al testo concordato in Consiglio dei ministri. Sel invece protesta sulla questione delle dimissioni in bianco. «Il ddl sull’abrogazione dell’odiosa pratica è stato affossato, nonostante le proteste di Sel in Senato - dicono Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto del Senato e Giovanni Barozzino, capogruppo di Sel in commissione Lavoro -. Sul tema del lavoro abbiamo assistito, ancora una volta, alla scrittura di una pagina vergognosa da parte di quelle forze politiche che, in campagna elettorale si propongono come paladini dei diritti dei lavoratori, e poi all’interno del Parlamento fanno l’esatto contrario». |