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Turchia, sangue sulle elezioni amministrative

Ai seggi 52 milioni di persone. Plebiscito sul premier Erdogan, che alla fine sbanca: «I traditori pagheranno». Opposizioni divise. Twitter e Youtube ancora spenti

 Domenica di urne aperte in Turchia per uno
 scrutinio amministrativo che si sapeva essere
 un referendum sul premier Recep Tayyip Er-
 dogan, indebolito dalle accuse di violazioni di
 diritti umani dopo Gezi Park (e non solo), da-
 gli scandali e dalle accuse di corruzione. Ma
 gli oltre 52 mln di elettori chiamati alle urne
 non hanno voltato le spalle al premier.

Erdogan quindi la spunta nel voto più difficile. Il suo partito islamico Akp, con l'84% delle schede scrutinate, è il primo con il 45,6%, in calo solo di meno di tre punti rispetto allo storico 49,6% conquistato alle politiche del 2011. Il primo partito dell'opposizione, il Chp del socialdemocratico Kemal Kilicdaroglu, che lo ha ribattezzato il "dittatore" e il "Primo Ladro", si ferma al 28,4%, i nazionalisti del Mhp al 15.5%, i curdi del Bdp al 4,1%. A Istanbul e Ankara, le due più grandi città del Paese che l'opposizione sperava di strappare a Erdogan, la situazione si chiarirà solo a spoglio concluso. Nella megalopoli del Bosforo, da dove è partita la parabola politica di Erdogan, che l'ha guidata dal 1994 al 1998, l'uscente Akp Kadir Topbas ha un buon vantaggio nei risultati parziali sul candidato dell'opposizione Mustafa Saigul. Ad Ankara l'islamico Melih Gokcek, il sindaco uscente, e Mansu Yavas, il candidato del Chp, sono testa a testa. Smirne, la terza città del Paese, tradizionalmente socialdemocratica, rimane nelle mani dell'opposizione, con la maggior parte della costa dell'Egeo fino ad Antalya e con la Turchia europea; i curdi del Bdp conservano le grandi città del Kurdistan, i nazionalisti del Mhp vincono sul Mar Nero. In mezzo, in Anatolia, nelle cartine della Turchia al voto, predomina un oceano giallo, il colore dell'Akp.

«C'è chi cercherà di scappare domani, ma pagheranno per quello che hanno fatto». Così il premier dal balcone della sede del Akp accompagnato dalla famiglia, con accanto il figlio Bilal, con lui protagonista di una ormai celebre conversazione telefonica intercettata. «Oggi il popolo ha smascherato i piani e le trappole immorali» ha tuonato e «ha dato all'opposizione uno schiaffo ottomano»: «la politica delle registrazioni e delle cassette oggi è stata sconfitta» e «i politici immorali hanno perso» ha aggiunto. «La Turchia ha bisogno di una nuova opposizione» ha aggiunto sancendo che «una nuova Turchia è nata oggi. Questo è il giorno del matrimonio con la nuova Turchia».

Le urne si sono aperte alle 7 e chiuse alle 17 ora italiana. Tayyip Erdogan, invischiato negli scandali di corruzione e indebolito da una serie di rivelazioni compromettenti, aveva annunciato prima del voto che se il suo partito islamico Akp avesse subito un crollo di consensi avrebbe lasciato la politica. In un comizio a Istanbul sabato il capo del governo turco si è detto convinto però che gli elettori daranno «uno schiaffo» ai suoi oppositori. Alle politiche del 2011 l’Akp ha ottenuto il 50% dei voti.

Ma il voto, come accennato, è stato macchiato di sangue: è infatti di 8 morti e più di venti feriti il bilancio di scontri in alcuni comuni rurali nelle province di Hatay e Sanliurfa (vicino al confine con la Siria) tra fazioni rivali schierate con candidati opposti alla carica di capo-villaggio. Tanta la confusione nei seggi perché Erdogan ha deciso di rinviare l’introduzione dell’ora legale di 24 ore per evitare che gli elettori sbagliassero orario, ma in molti seggi la direttiva non è stata applicata. Non solo: due militanti del gruppo femminista Femen si sono spogliate a seno nudo per protesta in un seggio elettorale a Uskudar, un distretto della Istanbul asiatica che è la circoscrizione del primo ministro Recep Tayyp Erdogan. Le due donne sono state arrestate.

Intanto è arrivato un secondo verdetto che impone il ripristino di Twitter, dopo che la scorsa settimana un tribunale ha ordinato che l’accesso al servizio fosse ripristinato. Le autorità turche sostengono tuttavia di avere 30 giorni per applicare l’ordine e di poter presentare appello. Quindi il social network è rimasto ancora non accessibile con metodi tradizionali nel Paese. In realtà la maggior parte degli utenti stanno utilizzando modalità di navigazione protetta che permettono l’uso della piattaforma.

30-03-2014

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