«Utile riconoscere il lavoro del governo»
A dirlo il ministro dell’Economia Saccomanni, intervistato da Latella su Sky. «L’Italia ha un alto debito: se noi sfondiamo il tetto, il debito tornerà a crescere»
Almeno a Cesare quel che è di Cesare. Si po- trebbe sintetizzare così la posizione del mini- stro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, inter- vistato da Maria Latella su Sky. «Capisco l’esi- genza di voler vedere dei risultati, capisco me- no il non voler leggere dei risultati che già ci sono stati». Quindi bacchetta Squinzi e Confin- dustria: «Protesta ma non dice cosa fare».
Secondo il responsabile di via XX Settembre, la scelta della staffetta tra Letta e Renzi «è una scelta politica del Paese che ha scelto di accelerare il passo della politica economica soprattutto, e lo capisco perché l’economia italiana viene da un periodo di grande recessione durata molto a lungo e di forte incertezza politica». Ma non va dimenticato, dice Saccomanni, che quando il governo Letta si è insediato, «avevamo una economia che si contraeva al tasso del 2%, adesso il nuovo governo prenderà una economia che cresce dello 0,1%». «È poco ma comunque significativo», osserva il ministro. Inoltre la situazione sui mercati finanziari «è molto più positiva, oggi il Tesoro si finanzia a un costo medio inferiore al 2%». Anche le agenzie di rating «finalmente si sono accorte» della nuova situazione.
Quindi l’affondo: «Ho provato disappunto, e l’ho detto anche a Squinzi», parlando delle critiche arrivate dal mondo imprenditoriale. «Come sindacato degli imprenditori - ha detto Latella su SkyTg24 - Confindustria ha tutto il diritto di chiedere, ma quando si pone come interlocutore deve anche indicare cosa il mondo delle imprese può fare per superare gli squilibri strutturali: dalla sottocapitalizzazione all’incapacità di competere».
Infine il capitolo fiscal compact: la polemica sul superamento del tetto del 3% del deficit, dice Saccomanni, è «sterile» e, per la richiesta di modifica dell’intesa stessa, «si può sempre provare, ma la situazione di partenza non è molto incoraggiante: nessun paese lo ha chiesto e l’Italia ha messo il trattato in Costituzione». |