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Ustica: «Fu un missile, depistaggio accertato»

A dirlo è una nuova sentenza della Terza sezione civile, che accoglie il ricorso di Luisa Davanzali, erede di Aldo, patron della compagnia aerea Itavia (poi fallita)

 Il DC9 Itavia, partito da Bologna e poi finito
 in mare al largo di Ustica il 27 giugno 1980,
 esplose in volo dopo essere stato colpito da
 un missile. Ed è acclararto che vi fu un depi-
 staggio delle indagini su quanto accadde nei
 cieli quella notte. A dirlo è una nuova sen-
 tenza, emessa dalla Corte di Cassazione, a
 ben trentatré anni dalla strage.

La sentenza è della Terza sezione civile della Suprema Corte. Depositata martedì, accoglie il ricorso di Luisa Davanzali, erede di Aldo, patron della compagnia aerea Itavia fallita sei mesi dopo il disastro. La tesi «del missile sparato da aereo ignoto», quale causa dell'abbattimento del DC9 Itavia caduto al largo di Ustica il 27 giugno 1980, risulta «oramai consacrata» anche «nella giurisprudenza» della Cassazione, sottolinea la Suprema corte. Secondo i supremi giudici, comunque, dal momento che è accertato il depistaggio delle indagini da parte di ufficiali dell’Aeronautica diventa anche «irrilevante ricercare la causa effettiva del disastro», e questo «nonostante la tesi del missile sparato da aereo ignoto, la cui presenza sulla rotta del velivolo Itavia non era stata impedita dai ministeri della Difesa e dei Trasporti, risulti ormai consacrata pure nella giurisprudenza di questa Corte». Ora i due Ministeri torneranno sotto processo.

Il «depistaggio» delle indagini sul disastro aereo di Ustica, continuano i giudici di Cassazione, deve considerarsi «definitivamente accertato» e per questo serve il nuovo processo civile per valutare la responsabilità dei ministeri della Difesa e dei Trasporti nel fallimento della compagnia aerea Itavia. Ai Davanzali la Corte di appello di Roma aveva detto no per quanto concerne la richiesta di risarcimento danni allo Stato, nonostante i depistaggi. Per la Cassazione il verdetto d’appello «erra» ad escludere «l’eventuale efficacia di quella attività di depistaggio» e l’effetto sul dissesto.

Secondo il legale della famiglia Davanzati, Mario Scaloni, «siamo solo all’inizio. Ora la verità dovrà venire fuori, si scoprirà chi ha compiuto la strage e chi l'ha coperta. Noi non abbiamo mai avuto dubbi: il Dc9 di Ustica è stato abbattuto da un missile». «Resta un unico rammarico: che Aldo Davanzali, morto nel 2005, non ci sia più».

22-10-2013

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