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Gazzetta Ufficiale

Europa e Ocse ammoniscono: la crisi mina l'Ue

Dopo Merkel, sindacati, indistriali e vescovi, nuove voci contro la caduta dell'esecutivo. Il presidente del parlamento europeo: chi è con Letta è un responsabile

 Contro la crisi di governo piovono le critiche.
 Dopo quelle autorevoli della Cancelliera Ange-
 la Merkel, la quale ha telefonato lunedì a Let-
 ta «auspicando stabilità politica» e «la
 continuità nell’azione di Governo», nonchè i
 vescovi («crisi irresponsabile») e Cgil-Cisl-Uil
 («crisi per interessi personali»), con Letta si
 schierano anche l'Europa e l'Ocse.

Intervistato dall’Ansa, il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, ritiene che l'Italia stia recuperando e che la crescita possa riprendere a fine anno, tuttavia l’attuale instabilità politica può essere un freno per la piena ripresa economica.  Gurria, che era a Strasburgo per intervenire alla sessione plenaria dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, si auspica quindi che la situazione italiana si risolva il prima possibile, sottolineando che l’Ocse ha lavorato molto con questo governo, così come con quello precedente, e ne promuove le iniziative.
Preoccupato si dice anche il commissario europeo agli Affari Economici Olli Rehn: «L'instabilità dell'Italia minaccia la ripresa della Ue: la ripresa iniziata è fragile, e soffrirebbe della continua instabilità politica con rischi non solo per l'Italia ma per tutta la zona euro. Roma - ha quindi aggiunto - è la terza economia della zona euro e l'impatto di ciò che accade nel Paese non si ferma ai confini ma si sente in tutta l'Ue. È per questo che auspico il ritorno della stabilità politica il prima possibile per poter prendere le decisioni necessarie per il ritorno di crescita e occupazione».

Nel pomeriggio di lunedì, come accennato, Letta aveva ricevuto una telefonata dal primo ministro tedesco Merkel. Nel corso della telefonata, definita «affettuosa», Merkel aveva ribadito a Letta «l’auspicio per la stabilità politica» dell'Italia e per «la continuità nell'azione di Governo». Poco prima della chiamata dalla Germania era stato reso noto il calendario degli impegni del premier. Ma in giornata si esprimeva anche il Vaticano: «Una crisi che appare irresponsabile provocare non solo per le sue ripercussioni economiche, ma per le ricadute sulla credibilità dell’intera classe politica italiana». A scriverlo è l’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede in un articolo a firma Marco Bellizzi, dal titolo: «L’Italia costretta a una nuova crisi politica». Per il quotidiano del Vaticano il clima è «fortemente condizionato dalle vicende giudiziarie nelle quali il leader del Pdl è coinvolto» e vi è «il timore che il tessuto condiviso di regole sul quale si basa ogni convivenza civile, lacerato nel corso di questi anni da un confronto politico esasperato, rischi di uscire definitivamente compromesso da una chiamata permanente allo scontro».

Decisamente all’attacco restavano infine i sindacati, che in un documento unitario scrivono: «Cgil, Cisl e Uil esprimono la loro preoccupazione per la crisi istituzionale causata dall’irresponsabilità di chi vorrebbe anteporre gli interessi personali alle condizioni del Paese. L’incertezza di queste ore determina gravi ripercussioni sulla nostra economia e rischia di far aumentare la pressione fiscale sul lavoro e sulle pensioni. Cgil, Cisl e Uil ribadiscono che occorre una buona legge di stabilità che inverta le scelte recessive compiute in questi anni: non si può immaginare un’uscita dalla crisi senza puntare sul lavoro e sulla buona occupazione. Per questo serve un vero Governo del Paese, capace di compiere le scelte necessarie a rispondere alle richieste del mondo del lavoro. In ragione di ciò, Cgil, Cisl e Uil chiedono che la legge di stabilità preveda: una effettiva restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti e ai pensionati; una riduzione fiscale alle imprese collegata agli investimenti e all’occupazione; il completo finanziamento della cassa integrazione in deroga e la definitiva soluzione al problema degli esodati e dei precari della Pubblica amministrazione, della scuola e della ricerca. È essenziale – continuano Cgil, Cisl e Uil - che la legge di stabilità determini una riduzione del livello di tassazione, non solo in nome della giustizia fiscale, ma per la necessità di rilanciare investimenti, consumi e occupazioneche non possono crescere se si accentua l’impoverimento di lavoratori e pensionati. È, inoltre, irrinunciabile che la legge di stabilità compia scelte di politica industriale e di investimenti, senza le quali le grandi imprese di rete fondamentali per lo sviluppo, come Telecom e Alitalia, e grandi gruppi industriali, come Finmeccanica e quelli siderurgici, perdono la loro funzione e rischiano di essere svenduti». «Affinché non continui quello stato di ingovernabilità del Paese che impedisce la realizzazione di tutte queste necessarie riforme, occorre che il Parlamento cambi la legge elettorale, ridando ai cittadini la possibilità di scegliere, superando la logica personalistica della politica e ricostruendo un clima di fiducia nelle istituzioni della Repubblica. Cgil, Cisl e Uil impegnano le loro strutture ad attuare, da subito, assemblee in tutti i luoghi di lavoro, a indire presidi in tutti i territori e a organizzare, nelle giornate di sabato e domenica prossima, volantinaggi con le nostre proposte nelle piazze e nei punti di maggiore incontro dei cittadini».

01-10-2013

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