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«Zero tasse alle aziende che assumono giovani»

Berlusconi propone l’esenzione totale per le assunzioni dei giovani a tempo indeterminato: «Come assumerli in nero». «Giudichesse comuniste», i magistrati insorgono

 Silvio Berlusconi, nel suo intervento a “Porta
 a Porta”, promette: «Siccome abbiamo circa
 4 milioni di imprese in Italia, quello che si
 può immediatamente fare è dire alle imprese:
 “Se assumete anche solo una persona in più
 a tempo indeterminato non pagate per 3-4-5
 anni nè contributi previdenziali nè tasse».
 Ennesimo scontro poi col Tribunale di Milano.

«C’è un fenomeno molto grave - continua Berlusconi invitato da Bruno Vespa - e cioè il ritardo nei pagamenti delle imprese ai fornitori. È colpa dello Stato che in alcuni settori come la Sanità paga con ritardi enormi. Questo inquina la relazione tra le imprese che con la riduzione del fatturato devono diminuire i loro addetti». Il Cavaliere passa poi ad attaccare il governo dei tecnici: «E’ lontanissimo dalla realtà e non ha saputo interpretare la disperazione delle persone, ha proceduto con le ingiunzioni di un'Europa a guida tedesca ed ha applicato un'austerità che può portare al fallimento dello stato». E ancora: «Il limite di silenzio assenso è fondamentale. Se fai una domanda in regime di autorizzazione e non hai risposta in 60 giorni significa che hai l'autorizzazione. Ma questo è superato dalla abolizione di tutte le autorizzazioni. Si avrebbe uno slancio di una quantità di iniziative ora ferme per una difficoltà sulle autorizzazioni che può andare avanti anni».

Berlusconi ribadisce quindi che «non mi serve il 51% ma il 40 così posso procedere» a riformare il Paese, «ottenendo il 55% in Parlamento grazie alla legge elettorale e fare la riforma liberale cioè la riforma costituzionale». «Il Pd ha già ufficialmente dichiarato prima con Enrico Letta e poi con Bersani che ove avessero difficoltà ad operare collaboreranno con Monti. Quindi i voti dati a Casini, Fini e Monti sono voti al Pd: loro cercano di togliere voti alla coalizione dei moderati solo per salire sul carro del Pd e avere qualche poltrona». «Io non avevo il 51% come il Pdl, ma avevo alleati che si chiamano Fini. Ecco perché se gli italiani continuano a votare per qualcuno che invece di portare l’Italia verso ciò che è giusto votano Fini e Casini e la sinistra, non si va da nessuna parte ed è inutile che si lamentino». «A lavorare con Monti non ci penso proprio Monti non è da solo ma con due compari che si chiamano Fini e Casini. Ho dovuto sopportarli ma non sarei più in grado sapendo che opportunisti sono». Infine una precisazione: «No, niente nozze gay. C’è stato un fraintendimento. Ho ricordato che abbiamo presentato un ddl a prima firma Giovanardi per il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto anche quelle tra fratello e sorella oppure parroco e perpetua».

In giornata, poi, lo scontro col Tribunale di Milano. A Veronica non vanno «100 mila euro al giorno ma 200 mila al giorno» diceva Berlusconi martedì sera a Otto Mezzo di Lilli Gruber. E attacca: è una cifra decisa da «3 giudichesse femministe e comuniste. È una cosa che sta nella realtà: 36 milioni con un arretrato di 76 milioni. Questi sono i giudici di Milano che mi perseguitano dal 94», ha detto il Cavaliere. «Spero di arrivare ad un accordo. Siamo in rapporti civilissimi», ha poi affermato Berlusconi, parlando della decisione assunta dai giudici di Milano sugli alimenti da versare all'ex moglie. Sulla possibilità che sia condannato ella vicenda Mediaset dice: «Non è possibile. Si tratta di giudici che già mi hanno condannato nel 1994 quando vinsi le elezioni e poi a distanza di anni sono stato assolto per non aver commesso il fatto. Se si vede la mia storia si vede chi è il persecutore e chi il perseguitato». Ma «non credo che questo succeda e non perdo tempo a vagliare una possibilità di questo tipo. Non c’è nessuna possibilità. Si tratta di una sentenza basata sul nulla, sono abituato a sentenze così dai Pm di Milano».
Tirate direttamente in ballo, la presidente della nona sezione civile Gloria Servetti e le giudici Nadia Dell'Arciprete e Anna Cattaneo, ricevono il sostegno del Presidente della Corte di Appello, Giovanni Canzio e il Presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, che invitano a evitare il «dileggio» delle toghe. Con un comunicato, Pomodoro e Canzio scrivono che «intendono respingere con fermezza ogni insinuazione sulla non terzietà delle giudici del Tribunale, componenti del Collegio giudicante nella causa Bartolini-Berlusconi, essendo a tutti nota la diligenza e la capacità professionale delle stesse, quotidianamente impegnate nella fatica della giurisdizione nella delicata materia del diritto di famiglia». Inoltre, gli alti magistrati «rammentano che la raccomandazione del Comitato dei ministri della Giustizia del Consiglio d’Europa, prescrive ai rappresentanti dei poteri esecutivo e legislativo di evitare, nel commento delle decisioni dei giudici, ogni espressione di dileggio che possa minare la fiducia dei cittadini nella magistratura e compromettere il rispetto sostanziale delle medesime decisioni». Infine, «sottolineano che le norme del codice di rito civile consentono agli interessati di impugnare i provvedimenti giudiziari e sulla relativa impugnazione la Corte d'Appello eserciterà, come di consueto, il puntuale controllo critico della decisione di primo grado per i profili della legittimità e del merito».

09-01-2013

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