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«Ho tradito Ratzinger, ma non ho rubato»

Interrogato l’ex maggiordomo Gabriele. Poi fa alcuni nomi da cui è stato “suggestionato”. «Maltrattato nelle prigioni del Papa». La Santa Sede apre un’inchiesta

 «Riguardo al furto aggravato mi dichiaro in-
 nocente. Mi sento colpevole per aver tradi-
 to la fiducia che aveva riposto in me il San-
 to Padre, che io sento di amare come un fi-
 glio». Così dice Paolo Gabriele, ex maggior-
 domo di Benedetto XVI, nella sua deposizio-
 ne al processo che lo vede accusato del fur-
 to aggravato di documenti riservati del Papa.

«Non sono stato solo io nel corso di questi anni a fornire documenti alla stampa» ha detto Paolo Gabriele, che poi chiarisce: «Non ho avuto complici, nel modo più assoluto». Gabriele ha quindi ribadito di aver agito da solo nel fotocopiare documenti che si trovavano nella segreteria particolare di Benedetto XVI. E a parziale spiegazione dichiara: «Nel tempo ho maturato la convinzione che è facile manipolare la persona che ha un potere decisionale così enorme. A volte, quando sedevamo a tavola, il Papa faceva domande su cose di cui doveva essere informato». Poi ha fatto i nomi di 7 persone che lo avrebbero «suggestionato»: il dottor Mauriello, Luca Catano, i cardinali Angelo Comastri, Paolo Sardi, monsignor Francesco Cavina e l’ex governante di Ratzinger Ingrid Stampa.

L’ex il maggiordomo di Benedetto XVI ha poi dichiarato di aver subito pressioni psicologiche e di essere rimasto per svariati giorni («meno di venti» per il pm) in una cella in cui non poteva neppure allargare le braccia, con luce accesa 24 ore su 24. Da qui una serie di disturbi alla vista che l’uomo accuserebbe. In seguito alle dichiarazioni del difensore di Gabriele, Cristiana Arru, e su invito del presidente del collegio giudicante Giuseppe Dalla Torre, il Promotore di giustizia (pm) della Santa Sede, Nicola Picardi, ha aperto un fascicolo per «accertare se vi siano stati eventuali abusi nel corso della detenzione» del maggiordomo.

02-10-2012

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