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Netanyahu: compromessi dolorosi. L'Anp lo gela

Il premier israeliano, parlando al Congresso Usa, ha comunque imputato la responsabilità del fallimento dei negoziati ai palestinesi: non riconoscono lo Stato ebraico

 Parlando al Congresso americano, il primo mi-
 nistro premier israeliano Benjamin Netanyahu,
 si è detto pronto a «dolorosi» compromessi
 per raggiungere la storica pace con i palesti-
 nesi. Il premier d’Israele ha comunque imputa-
 to la responsabilità del fallimento dei negoziati
 ai palestinesi perché non riconoscono lo Stato
 ebraico. L'Anp non ha gradito: secco no.

Il leader israeliano ha dichiarato che il conflitto «non è mai stato sulla creazione di uno Stato palestinese» quanto piuttosto «sull’esistenza dello Stato ebraico». Netanyahu ha poi attaccato Hamas definendolo la versione palestinese di Al Qaeda, dicendo anche che Israele non potrà negoziare un accordo di pace con un’Autorità nazionale palestinese che abbia anche del movimento islamico che controlla la Striscia di Gaza. «Gerusalemme non deve essere più divisa e deve rimanere la capitale unita d’Israele» ha aggiunto fra gli applausi Netanyahu, ricordando inoltre come Israele abbia protetto la libertà di tutte le fedi nella città santa.
«Un regime militante islamico con armi nucleari sarebbe il pericolo più grande» ha poi ammonito Netanyahu, riferendosi all’Iran. E proprio per questo, il premier israeliano ha ringraziato gli Stati uniti per il loro impegno: «Continuate a mandare il messaggio che l’America non permetterà mai all’Iran di sviluppare armi nucleari. L’Iran dovrebbe essere bandito da ogni forum rispettabile del pianeta».

Pronta arriva la replica dell'Anp: Netanyahu «ha posto altri ostacoli sulla strada della pace» è il commento del portavoce del presidente palestinese Abu Mazen. «Non accetteremo - ha aggiunto - alcuna presenza israeliana nel futuro Stato palestinese», ribadendo che la pace «deve basarsi sui confini del 1967, con Gerusalemme Est capitale dello Stato palestinese». «Non abbiamo in Israele un partner per la pace», ha commentato il capo negoziatore Saeb Erekat. La pace di Netanyahu è una «pace della resa», una «pace di occupazione», «una pace di guerra», ha aggiunto Nabil Shaath, del comitato centrale di Fatah. Intanto l'Olp, supremo organo di rappresentanza della causa nazionale palestinese, resta favorevole al progetto di far ricorso autonomamente a settembre all'Onu - in mancanza di negoziati con Israele - per chiedere all'Assemblea Generale il riconoscimento di una Palestina indipendente entro i confini antecedenti la guerra del 1967.

24-05-2011


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